Renzi dà i numeri. Cresce il lavoro stabile, dice Renzi: "jobs act è la strada giusta". Già sarebbe mancato qualcosa, senza quella sognante parolina magica inglese “jobs act”. Invece l’ha detta, e giù a sciorinare numeri, nel blu dipinto di blu: "I dati diffusi dall'Inps dicono che siamo sulla strada giusta contro il precariato e che il jobs act è un'occasione da non perdere, soprattutto per la nostra generazione". Nei primi sei mesi le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato sarebbero state 952.359, il 36% in piu' rispetto al 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le "trasformazioni" degli apprendisti, sarebbero state 331.917 (l'incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 e' del 30,6%). Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati sarebbe passata dal 33,6% dei primi sei mesi del 2014 al 40,8% dei primi sei mesi del 2015. Nel primo
semestre risultano venduti 49.896.489 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al corrispondente periodo del 2014, pari al 74,7%, con punte del 95,2% e dell'85,3% rispettivamente nelle regioni insulari e in quelle meridionali del Paese. Questi sono i numeri che dà Renzi. La notizia viene ovviamente accolta positivamente dal sindacato socialista UIL, così vicino al presidente e perciò destinato a diventare il sindacato unico dell’”era renziana”, che con il segretario confederale Guglielmo Loy commenta come positivo l'aumento dei contratti 'fissi' nel semestre, anche se, avverte, bisogna fare attenzione al calo degli ultimi 2 mesi. Ecco, già, il calo degli ultimi due anni. Nonostante le contorsioni verbali, è difficile nascondere questo dato e infatti l’Inps non può fare a meno di rilevarli: l'istituto, prosegue, "accende l'ennesima, e a volte contraddittoria, luce su come va il lavoro e questa volta prende in esame i dati semestrali. Manca però l'analisi più recente sulla quota di contratti fissi sul totale delle assunzioni. Ebbene, non e' difficile evidenziare come a giugno questa quota, con il 34,5%, continui a calare (-5% su maggio e -10% su aprile) tornando ai livelli di alcuni mesi del 2014". Ahi, ahi, ahi, qui casca l’asino, perché: “Uso politico dei dati: disorienta i cittadini. Da mesi – dice Giorgio Alleva, presidente dell’Istat (l’Istat è l’istituto nazionale di statistica, che dà numeri veri, mica ammorbiditi per far fare bella figura all’uomo solo al comando, quasi replica della propaganda di altro trascorso ventennio) – assistiamo a un desolante caos dei dati sul mercato del lavoro, che indebolisce l’Istituto e disorienta i cittadini: il loro uso è fondamentale per la democrazia”. E ancora un affondo, di tutt'altro tenore dei proclami sognanti di Renzi che vola nel blu dipinto di blu: “Abbiamo assistito a un caos poco edificante di cui anche i giornalisti hanno un’ampia responsabilità. Quelli forniti dal ministero e dall’Inps sono dati di fonte amministrativa, non “statistiche” - tiene a precisare il presidente Istat che sottolinea come le "statistiche", quelle vere, nero su bianco, sono ben altra cosa dei sogni primaverili a colori. Valutare il saldo tra attivazioni e cessazioni dei contratti come se fosse un aumento di occupati, è una approssimazione non accettabile. Il governo fa il suo mestiere, ma a me preoccupa molto quando si sbandierano dati positivi dello 0,1%, anche perché poi – come si è visto – portano a fare dietrofront il mese dopo. Sento la responsabilità anche personale di questa confusione – ha detto ancora il presidente dell’Istat - stiamo studiando con ministero, Inps e Inail come valorizzare e integrare tutte le informazioni disponibili in modo che riproducano un quadro coerente e di elevata qualità”. Cioè: traducendo il linguaggio tenue, in burocratese, significa che i dati sbandierati sono fuffa, altro che uno strepitoso successo planetario. A noi la vicenda ricorda tanto gli aerei che Mussolini faceva girare sui cieli blu italiani, lasciando credere a tutti che fossero migliaia, quando invece erano i soliti pochi aerei che perlustravano ripetutamente l'Italia intera. Ma quelli erano gli anni del regime, della propaganda fascista e oggi un presidente-sindaco "primaverile" che dà così tanti numeri, forse non apprezzerà questo tipo di accostamenti. O forse sì?
da montenovonostro |