Ostra Vetere: Quisquilie come la “parità di genere”? |
|
|
|
Mercoledì 12 Agosto 2015 22:16 |
Simpatica l’onorevola Boldrini, Presidenta della Camera dei Deputati, di SEL. Abbiamo scritto “onorevola” e “Presidenta” non perché abbiamo commesso un errore, anzi due, di dattiloscrittura, No, non per questo l’abbiamo scritto. Bensì perché l’onorevole (ecco, così va bene, secondo noi) Boldrini è colei che vorrebbe volgere al femminile le parole maschiliste. Non è la sola. Proprio ieri abbiamo pubblicato un articolo citando la “assessora” regionale (e perché mai non “regionala”?) marchigiana Manuela Bora del PD, che proprio così, “assessora”, si fa scrivere dalla sua segreteria. Tutto all’insegna della “parità di genere” che oggi va tanto di moda. Ma scusate, eh! Se
proprio volete volgere al femminile le parole che non sono nemmeno maschiliste, come voi ritenete, ma semplicemente neutre nel genere, perché mai, allora non volgete al maschile anche le parole che si riferiscono ai colleghi uomini? Voi che invocate la “parità di genere” non potete sbagliare: se chiamate “assessora” la signora, dovreste chiamare “assessoro” il signore, anziché “assessore”, come a noi andrebbe invece ugualmente bene. Mistero delle elucubrazioni contorsive di certa sinistra. Quindi, “assessora” Bora, e “onorevola Presidenta” Boldrini, che non vi sognate di definire “onorevolo Presidento” i corrispondenti capi del Governo e della Regione, Renzi e Ceriscioli, provate a spiegarci il perché di simile discriminazione nei confronti dei maschi. Noi siamo stati abituati a chiamare “onorevole Presidente” sia i vostri colleghi maschi che le vostre colleghe femmine. A voi non sta bene e ci tenete a volgere al femminile i titolo delle cariche istituzionali. Quando la prossima volta avremo una donna sindaco a Montenovo, la dovremmo chiamare, secondo voi, “sindaca”, anziché “sindaco”? E se poi fosse mezzo mezzo e fosse perciò difficile usare le desinenze in “o” maschile o in “a” femminile, quale desinenza dovremmo usare noi? Forse “sindacx”? Vi rendete conto che state a fare come gli antichi bizantini che discettavano sul sesso degli angeli, mentre i barbari erano già alle porte di Bisanzio? Ma non avete niente d’altro da fare? Pare di no. Allora proviamo a suggerire qualcosa d’altro e più importante alla “onorevola Presidenta” Boldrini. La stampa di oggi riferisce una notizia clamorosa. Mentre tutti tirano la cinghia e il governo si appresta a sforbiciare ancora di più le pensione, tagliando ben 250 euro al mese a chi cesserà dal lavoro l’anno prossimo, non tutti i pubblici dipendenti saranno così torchiati. Quelli della Camera dei Deputati, che proprio la onorevola Presidenta Boldrini presiede, possono assegnarsi un record mondiale: versano al fondo pensioni una certa somma e ne ricavano cinque volte di più: i dipendenti della Camera quest’anno assorbiranno la bellezza di 488,7 milioni sotto forma di ricchi stipendi e soprattutto di superbe pensioni. In altre parole, i 1.281 dipendenti della Camera, e coloro che li hanno preceduti e sono in pensione, assorbono praticamente la metà dell’intero bilancio della Camera, facendo assomigliare questo ganglio vitale della vita pubblica italiana ad una sorta di maxi-stipendificio e ad una ancora più prolifica fabbrica di pensionati d’oro. Per gli stipendi e i contributi dei 1.281 dipendenti di Montecitorio quest’anno sono stati stanziati 232 milioni. Questo vuol dire che mediamente ognuno di loro verrà a costare all’amministrazione la bellezza di 181 mila euro, dal megadirigente al semplice fattorino. Il rapporto contributi/prestazioni è di uno a cinque. Al mondo non c’è un'altra categoria che versa 1 euro per le proprie pensioni e contemporaneamente ne prende 5 (cinque). Allora, “onorevola Presidenta” Boldrini, non sarebbe compito suo occuparsi di questo scempio per raggiungere la “parità di pensione”, anziché occuparsi di quisquilie come la “parità di genere”?
da montenovonostro |