Dal Mondo: Una lettrice segnala la lezione americana sugli immigrati |
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Martedì 15 Settembre 2015 15:49 |
Ci scrive una lettrice per segnalare la lezione americana sugli immigrati: “Fra vent’anni, guardando le foto dell’arrivo dei profughi siriani a Monaco, accolti dall’Inno alla Gioia, della colonna di automobili austriache che trasportano altri profughi verso la Germania, della nostra Marina che ha salvato migliaia di persone nel Mediterraneo, penseremo che quello fu il momento in cui nacque l’Europa multietnica.
Come gli Stati Uniti sono una società di immigrati (più o meno recenti), così, piaccia o no, diventerà l’Europa. Al di là del problema dei profughi di guerra, l’Europa attira centinaia di milioni di potenziali immigrati che vivono vicinissimi ai suoi confini, per lo più con livelli di reddito infinitamente più bassi del nostro. Costruire, intorno all’Europa una muraglia, figurativa se non reale, è impossibile: non fermerebbe il flusso, avrebbe solo l’effetto di selezionare i più disperati. Controlli e selezione sì, non muri. Che cosa ci insegnano gli Stati Uniti? Prima lezione: dal punto di vista economico una società multietnica può funzionare assai bene. Diversità di formazione, cultura, punti di vista, abilità, stimolano l’innovazione e la produttività. Questo vale soprattutto per immigrati con un livello di istruzione relativamente alto, ma non solo. In Italia, per esempio, le «badanti» straniere hanno risolto l’assistenza agli anziani, un problema sempre più centrale nelle nostre vite. Inoltre il livello di istruzione di una popolazione può aumentare, anche rapidamente, con adeguati investimenti in capitale umano, cioè nella scuola e nell’università. Investimenti che sono certamente piu utili di quelli in ponti o autostrade, come dimostra lo straordinario successo della Corea del Sud. Questo non significa, o non solo, più soldi pubblici: è soprattutto una questione di organizzazione e di merito, una lettrice".
da montenovonostro |