Si può essere d’accordo con questa classe politica che scempia ogni tradizionale criterio di vita sociale seria ed equilibrata? Si può essere d’accordo con la miriade di “deforme” tentate, promosse e qualcuna, per fortuna poche, già andate purtroppo a segno? Si può essere d’accordo con ogni idea bislacca gabellata come progressista purchè “trasgressiva”? Noi non siamo d’accordo. Sentite l’ultima: la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis è stata inserita per la prima volta nel calendario dei lavori della Camera dei Deputati. Notizia che fa gioire i partiti di sinistra, tradizionalmente più favorevoli alla liberalizzazione delle droghe ‘leggere’, le cosiddette “canne” da fumare. Il capogruppo di SEL Arturo Scotto ha chiesto un’accelerazione dell’esame del provvedimento sulla cannabis, proponendo che l’Aula della Camera lo potesse esaminare ad ottobre. L’ex radicale Benedetto Della Vedeva, sottosegretario agli Esteri, ha ribadito la determinazione ad andare “fino in fondo”. Anche il PD Roberto Giachetti ha twittato “#lavoltabuona”. Brindano i Radicali: “Bene la calendarizzazione, ma la strada per far approvare la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis e’ tutta in salita. E le insidie sono dietro l’angolo”, avverte la segretaria radicale Rita Bernardini. L’esponente di Possibile, l’ex PD Pippo Civati, ha ricordato come la legalizzazione della cannabis possa essere un “volano” per l’economia. Si, tanto quanto l’immigrazione dei clandestini, che anche per SEL sarebbe “una ricchezza”. Ma va a vedere per chi. Certo, per “certe” cooperative sociali. Ma la cannabis? E’ giusto liberalizzare la cannabis? Non siamo d’accordo e lo diciamo non con parole nostre, ma con quelle dei responsabili delle Comunità di Recupero dei drogati: le droghe, leggere o pesanti, sono sempre droghe e l'uso di queste sostanze può determinare l'insorgenza di fenomeni di dipendenza fisica e/o psichica, come tossicodipendenza, oltre che di effetti collaterali farmacologici sul sistema nervoso centrale, e in particolare sullo stato di coscienza. E’ vero che c’è chi dice il contrario, ma tra i favorevoli e i contrari non è mai stata raggiunta una unanime valutazione sulla pericolosità della cannabis. Invece che le avventure trasgressive, noi preferiamo la cautela e, poiché certamente la cannabis non è indispensabile, la nostra valutazione è no al suo uso e tantomeno alla sua liberalizzazione. Il Parlamento, anziché discutere della cannabis, discuta su come trovare il lavoro ai giovani, altro che “canne”.

da montenovonostro