Ostra Vetere: I pilastri della terra, i pilastri della nostra fede |
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Sabato 03 Ottobre 2015 18:56 |
Una società senza morale non è una società sana. Una società senza religione non ha ideali. “montenovonostro” sa che per perseguire la sua azione di cittadinanza attiva non può limitarsi ai soli fatti quotidiani, terreni, ma deve saper guardare anche in alto. Non rispetterebbe nemmeno i suoi tre pilastri ideali di Libertà, Autonomia e Giustizia, se non ne riconoscesse il fondamento etico in una visione morale e religiosa. La religione è uno dei pilastri della nostra terra. Per questo “montenovonostro” legge anche ciò che scrisse uno dei più famosi scrittori inglesi del Novecento, Evelyn Waugh che si convertì al cattolicesimo nel 1930, nel bel volume scritto nel 1950 e intitolato ad “Elena, la madre dell’Imperatore”, uno dei libri dello spirito cristiano. Di Elena, che ritrovò la Santa Croce a Gerusalemme, la grande storica Marta Sordi, nell’introduzione del libro, sintetizza quanto scrive Waugh alle pagine 105-106: “Altrettanto significativa è la descrizione che la filoariana Fausta, moglie di Costantino, dà alla suocera del Concilio di Nicea, finito col trionfo della
tradizione cattolica: «Capite, nessun vescovo qui in Occidente ha idee nuove in testa. Si limitano a dire: "Questa è la fede che ci è stata insegnata. È quello che si insegna da sempre. Punto e basta". Voglio dire - dice Fausta - non si rendono conto che bisogna camminare coi tempi. Non serve a niente cercare di fermare l'orologio: la Chiesa non è più roba da clandestini. È la religione ufficiale dell’Impero. Quello che gli hanno insegnato poteva andare benissimo nelle catacombe, ma adesso abbiamo a che fare con un tipo di mentalità molto più sofisticata... Voglio dire, il progresso è inevitabile. L'idea dell’Omousion è chiaramente datata. Tutti quelli che contano veramente sono per l’Omoiousion...». L'eccitazione della nuora per la teologia progressista lascia alquanto perplessa Elena, che preferisce la solidità della tradizione”. E la cattolica tradizionalista Elena, che trovò la Santa Croce, diventò Sant’Elena, mentre la filoeretica progressista Fausta non riuscì a fare altrettanto e morì tra i tormenti. Questo passo riecheggia attraverso i secoli e i millenni e si ripresenta anche a noi oggi, in questo nostro tempo corruscato e inquieto, che cerca nel relativismo progressista la soddisfazione delle proprie incapacità e insoddisfazioni, convinto di trovare più oltre e più avanti il nuovo a tutti i costi, seguendo le mode progressiste considerate inevitabili. Noi cerchiamo invece di stare con i piedi per terra e alla progressista filoeretica Fausta preferiamo la tradizionalista cattolica Sant’Elena, colei che ritrovò la Santa Croce. Lo facciamo perché le idee, al di là dei secoli e millenni, non passano con le mode. E non passano nemmeno le idee religiose e i principi della fede: non a caso a Montenovo esiste da altrettanto tempo da quando è sorto il paese, da quasi un millennio, la chiesa della Santa Croce, ora dei frati francescani, ma dei monaci benedettini nel Medioevo, quando nasceva e si sviluppava il libero Comune di Montenovo. Per questo motivo l'antica chiesa della Santa Croce compare anche nel nostro simbolo. Queste sono le nostre idee, i pilastri della nostra fede.
da montenovonostro |