Serra de’ Conti: Meno democratica e meno indipendente di così? |
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Martedì 13 Ottobre 2015 21:30 |
L’abbiamo detto tante volte che i cardini della nostra azione di cittadinanza attiva, i pilastri della nostra ideologia, sono la Libertà, l’Autonomia e la Giustizia. Più volte abbiamo espresso i motivi che ci inducono a difendere il principio dell’Autonomia comunale, un bene civile e sociale conquistato e difeso per quasi un millennio da quando, poco oltre l’anno Mille, in quel Medioevo in cui fiorirono i Comuni e le Libertà municipali, l’idea del libero Comune si è affermata anche da noi. Generazioni e generazioni di pubblici amministratori si sono prodigati per secoli a difendere l’Autonomia e mai avremmo pensato di trovarci di fronte a chi, immemore della millenaria tradizione, vorrebbe
ora far scempio di un Bene Pubblico. Invece, da qualche tempo in qua, ci tocca assistere anche a questo. Viene da sinistra l’attacco alle nostre istituzioni comunali, frutto della Libertà, inseguendo la parola d’ordine che un partito ideologicamente militarizzato lancia in mezzo alla società con una pervicacia altrettanto aggressiva di quella con la quale appena trent’anni fa predicava veemente l’esatto contrario. A quell’epoca, oltre ai tre livelli costituzionali di enti territoriali, che erano e ancora sono (ma per poco, purtroppo, se continua così), Regione, Provincia e Comune, aveva opposto e preteso, in nome della “partecipazione democratica” urlata e imposta con lo scopo di avvicinare di più le istituzioni alle “masse”, come diceva allora, anche la creazione di ulteriori livelli istituzionali intermedi, come le comunità montane, le associazioni dei comuni, addirittura i consigli di quartiere in una elefantiasi istituzionale sconclusionata e senza futuro, che è infatti durata appena un ventennio. Come succede spesso con le infatuazioni del momento. Passata la festa e “gabbato lo santo”, quei principi tanto strenuamente pretesi sono andati e farsi benedire e con noncurante voltafaccia oggi la sinistra ci regala, se non proprio la soppressione, di certo la “deforma” della Provincia, le “deforma” del Senato, l’annunciata “deforma” della Regione smebrata con l’Emilia e accorpata con pezzi di Lazio e Abruzzo, nonchè la “deforma” dei Comuni attraverso i grimaldelli strumentali delle “unioni”, degli “accorpamenti” e delle “fusioni”. E giustifica questo scempio ideologico con pretesi vantaggi economici. E’ tutto da dimostrare che questi “vantaggi” mai arriveranno, ma è soprattutto la monetizzazione delle idealità che fa spavento. Princìpi e idealità scambiati per una manciata di denari, più o meno i trenta di ben altra vendita e svendita. Non ci stiamo. L’abbiamo detto tante volte: l’Autonomia comunale non si tocca. E invece già siamo costretti ad assistere allo scempio e alla dispersione delle istituzioni locali con la delega di funzioni ai Comuni vicini. Ma quel che è peggio è la teorizzazione ideologizzata di simili passaggi. A farsene paladina è ora una lista “civica” di sinistra che si intitola “Serra Democratica e Indipendente” e che propone il trasferimento di “più funzioni al CoGeSco per valorizzare i Comuni delle Valli del Misa e del Nevola”, dice nell’odierno comunicato, “per anticipare le aggregazioni imposte dal governo”. Oddio mamma! Si è messa nome “Serra” e la vuol farla scomparire in nome di una dimensione sovracomunale, “Democratica” ma anziché ascoltare il popolo addirittura anticipa aggregazioni “imposte” al popolo dal governo, e continua a definirsi “Indipendente” mentre postula la totale dipendenza comunale da un organismo sovracomunale terzo, peraltro privo di legittimazione popolare “democratica”, perché, anche in questo caso, gli amministratori non vengono eletti da “tutto” il popolo, ma solo da “pochi oligarchi politicizzati”, esattamente come hanno fatto con la Provincia e stanno per fare con il prossimo Senato. E questa sarebbe la loro “Serra, Democratica e Indipendente”! Meno democratica e meno indipendente di così?
da montenovonostro |