Roma: Come ti azzoppo il bicameralismo perfetto |
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Mercoledì 14 Ottobre 2015 17:33 |
Il Senato con 179 sì, 16 voti contrari e 7 astenuti approva il ddl sulle riforme costituzionali. Il testo della “deforma” passerà ora alla Camera per la quarta lettura. La riforma costituzionale voluta dal segretario del partito socialista PD e presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, mai eletto da alcuno, passa con i voti della sola maggioranza e con l’assenza delle minoranze. Con l’ultima lettura alla Camera, dove la maggioranza non ha problemi di numeri, e poi il referendum popolare entro il prossimo
anno, verrà definitivamente azzoppato il bicameralismo perfetto. La nuova Costituzione ridurrà gli spazi di democrazia e libertà, sopprimendo un dinamismo costituzionale virtuoso per considerare lo Stato come strumento della ‘banda’ che avrà vinto le elezioni: “E’ giusto che siano questi padri costituenti a votarsela da soli”. Infatti, non appena ha preso la parola il presidente emerito Giorgio Napolitano, tutti i senatori del M5S e della Lega Nord sono usciti lasciando i banchi deserti. I senatori di SEL sono restati in aula, ma non hanno votato. Forza Italia ha scelto la dissolvenza, con suoi numerosi esponenti che hanno abbandonato i loro posti. Muore così una parte della Costituzione Italiana voluta dai padri costituenti, che avevano voluto la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica con gli stessi poteri in modo che la Repubblica, sorta dopo il periodo di autoritarismo del fascismo, aveva deciso di adottare questo sistema in garanzia di un più sicuro funzionamento democratico dell'iter legislativo mediante. Il sistema di contrappesi istituzionali avrebbe impedito il ritorno indietro verso uno sbrigativismo rampantista che non fa bene né alla democrazia e, si teme, nemmeno alla libertà. Nel 2005, il secondo governo Berlusconi aveva approvato una riforma della Costituzione con differenziazione dei compiti tra Camera e Senato. Ma, seppure approvata a maggioranza del Parlamento, quella riforma non era entrata in vigore perché bocciata dal referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006. I promotori del referendum sostenevano infatti che la legge costituzionale fosse stata scritta senza il coinvolgimento dell'opposizione. Esattamente come adesso, a parti inverse. Dove sono finiti quei critici che urlavano allora (anche con il manifesto DS riprodotto nella foto) e tacciono ora? E’ stato il governo del PD Renzi, nel marzo 2014, a presentare un disegno di legge costituzionale per trasformare il Senato in una assemblea non elettiva con poteri differenti rispetto alla Camera dei deputati e con la non elettività dei suoi membri che permane, nonostante i risibili aggiustamenti introdotti su pressioni della minoranza interna del partito di maggioranza. Che triste fine per uno dei cardini democratici della nostra Costituzione, che venne approvata a larghissima maggioranza di tutti i partiti di maggioranza e minoranza dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 con 458 voti contro 62 e oggi modificata con i voti della sola risicatissima maggioranza in Senato. Di questa “deforma” si potrà ora dire con rimpianto: come ti azzoppo il bicameralismo perfetto.
da montenovonostro |