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Home Comunità montenovonostro Senigallia: Una moda transitoria monomaniacalmente imposta a colpi di piccone sfascista
Senigallia: Una moda transitoria monomaniacalmente imposta a colpi di piccone sfascista PDF Stampa E-mail
Mercoledì 14 Ottobre 2015 18:27

Senigallia Una moda transitoria monomaniacalmente imposta a colpi di piccone sfascistaSi riunirà domani il direttivo di Anci Marche, l’associazione dei Comuni marchigiani, convocato dal presidente Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. Il tema dell’incontro, quello della trasformazione dei Comuni, sta particolarmente a cuore da sempre a “montenovonostro”, che in proposito ha preso pozione pubblicamente per difendere la storia e la tradizione delle autonomie locali, conformemente ai suoi principi ispiratori di Libertà, Autonomia e Giustizia. E certamente “montenovonostro” si sorprende un po’ con la dichiarazione del presidente Mangialardi quando afferma che "Non sta a noi commentare le dichiarazioni del Presidente Ceriscioli (della Regione Marche, n.d.r.) relativamente ai 23 ambiti sociali proposti per razionalizzare il numero dei comuni ma, di certo, Anci Marche siede al tavolo del confronto istituzionale con la certezza di avere voce in capitolo in una materia che la vede direttamente coinvolta". Ma come, “non sta a noi commentare”! E chi altri dovrebbe commentare una idea che ricalca una storia passata e sepolta: quella delle 24 Ulss, poi “deformate” in 12 Usl, quindi un 4 Asur, mentre si vorrebbe sopprimere le Province. E’ appena modificato un po’ il numero degli “ambiti” (23 anziché 24), ma la strada imboccata è la medesima: quella di cambiare deformando, per cambiare ancora e finire sfasciando tutto per il solo gusto di “novità”. “montenovonostro” ricorda che non sempre “nuovo” e anche “bello e buono”. Talvolta, anzi spesso, il “nuovo” e imprevedibilmente peggiore del vecchio, come la storia ha tante volte dimostrato. Troppe volte abbiamo sentito pronunciare la parola “razionalizzazione” e abbiamo visto come è andata a finire. L’abbiamo ascoltata anche 25 anni fa dalla sinistra amministrazione nel ventennio sfascista che, “razionalizzando”, ha chiuso l’ospedale in cambio della RSA e ora un’altra sinistra amministrazione impedisce di farla riaprire, ovviamente sempre “razionalizzando”. Vale la pena di ricordare che la parola “razionalizzazione” ha la sua radice semantica nella parola “ragione”, che servirebbe a declinare il verbo “ragionare” per trovare soluzioni aggettivabili come “ragionevoli”. Ma abbiamo visto l’esito. E questo ci spaventa. Tuttavia non siamo prevenuti e vogliamo “ragionare” davvero, concordando pienamente con il presidente Mangialardi quando afferma che “E' chiaro che servono i tempi giusti ed i percorsi adeguati perché certi progetti di riforma possano essere vagliati nel rispetto di tutti i territori coinvolti, della loro storia e tradizione, e di chi li amministra”. Si, e magari non solo di chi li amministra, ma anche di chi viene amministrato, cioè noi che di simile riforma-deforma non ne sentiamo alcuna necessità. E’ vero infatti quello che ha detto ancora il presidente Mangialardi, per il quale “Resta tuttavia la convinzione che la riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione poco o nulla abbia a che fare con i comuni, ad oggi in Italia 8mila su 58 milioni di abitanti, già pochi rispetto alla Francia che su 66 milioni di abitanti ha 36mila comuni, ed alla Germania che ha 12mila comuni su 80 milioni di abitanti”. Già questo dovrebbe bastare per fermare la sinistra infatuazione iconoclasta e sfascista: i Comuni, liberi e autonomi, ci sono da quasi un millennio e non hanno mai fatto del male a nessuno, anzi. Lasciamoli vivere, fino a quando non arriverà un’altra e ben migliore classe politica, che ne riconosca la radice civile, sociale e istituzionale di quella “partecipazione democratica” che la sinistra invocava a gran voce trent’anni fa e che dimostra ora di essersene dimenticata. “montenovonostro” no, non dimentica, e ricorda che tutti sono capaci a distruggere, anche la sinistra, anzi soprattutto, mentre a costruire occorre tempo, tanto tempo, e tanti sacrifici, che non possono essere dissipati da una moda transitoria monomaniacalmente imposta a colpi di piccone sfascista.

da montenovonostro

 

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