Roma: Si complicano gli scontrini del sindaco Marino sentito in Procura per le spese di rappresentanza |
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Lunedì 19 Ottobre 2015 16:37 |
Il sindaco dimissionario di Roma, Ignazio Marino, è stato sentito, come persona informata sui fatti, per quattro ore in Procura dal pubblico ministero sulle spese di rappresentanza che il sindaco ha pagato, con la carta di credito del Comune di Roma, e sull'aumento del massimale, da 10mila a 50mila euro, di utilizzo mensile, ma ha negato tutte le accuse, dopo aver chiesto di essere sentito. L'inchiesta, per il momento senza ipotesi di reato e senza indagati, scaturisce da due esposti di Fratelli d'Italia e Movimento Cinque Stelle. Gli inquirenti accerteranno se Marino abbia sostenuto spese al di fuori dei fini istituzionali e sentiranno come testimoni anche i titolari degli esercizi ai quali fanno riferimento i
"giustificativi", dopo che nei giorni scorsi la Guardia di Finanza era andata in Campidoglio a prelevare gli scontrini delle cene e delle spese, con i relativi giustificativi firmati. "Marino ha dichiarato che tutte le sottoscrizioni a suo nome in calce non sono autentiche, come può facilmente rivelarsi ad occhio nudo" ha affermato il suo avvocato, che ha aggiunto poi che "nella quasi totalità dei casi, i giustificativi alle spese ricollegano la causale della cena all'ultimo appuntamento della giornata programmato nell'agenda del sindaco" e, ha proseguito, "la ricostruzione delle causali delle cene è avvenuta a distanza di molto tempo da parte degli uffici del Comune i quali, non ricordando la vera finalità istituzionale della cena, ne hanno evidentemente indicato una compatibile con un ultimo appuntamento in agenda" che "non è quella cartacea, ma in formato elettronico" e "a disposizione e consultabile da moltissimi uffici del Comune per un totale di circa 50 o 60 persone". Riferendo sui giustificativi, il penalista ha precisato che "recano, quale data dell'apparente sottoscrizione del sindaco, lo stesso giorno dell'evento, il che è chiaramente impossibile perché implicherebbe che il sindaco, terminata la cena, sia rientrato in Campidoglio a sottoscrivere il giustificativo". Infine il legale ha chiarito che "in alcuni casi tali giustificativi risultano addirittura firmati quando il sindaco si trovava all'estero e, se si trovava all'estero, non era in Campidoglio a firmare i giustificativi". Marino avrebbe spiegato di non essersi mai occupato della procedura per giustificare le spese di rappresentanza e tutto sarebbe stato organizzato dal capo di gabinetto e dalle segretarie. Lui stesso non sapeva che fine facessero le ricevute. Ovviamente, questa nuova spiegazione dello scontrino-gate ha fatto infuriare lo staff e il gabinetto del quasi ex sindaco: sulla base delle sue accuse, gli stessi impiegati che lavoravano con lui notte e giorno potrebbero ora finire indagati per falso ideologico. E’ un bel pasticciaccio: così si complicano gli scontrini del sindaco Marino sentito in Procura per le spese di rappresentanza.
da montenovonostro |