Dal Mondo: “Bambole, non c’è una lira” |
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Giovedì 05 Novembre 2015 16:46 |
La Commissione UE di Bruxelles stima un incremento della popolazione europea, dovuto all'afflusso di richiedenti asilo, pari 3 milioni di arrivi entro la fine del 2017. Lo si legge nelle previsioni autunnali, secondo cui l'afflusso dovrebbe essere di 1 milione di rifugiati nel 2015, 1,5 milioni nel 2016 e di un altro mezzo milione nel 2017. Che aggiunti all’altro milione già giunto nel recente passato fanno 4 milioni, quasi il 2 % della popolazione in più. Ma dove li
mettiamo tutti? Esperienza consolidata dice che nessuno in Europa li vuole davvero, tranne l’Italia. Qui arrivano e poi non partono più. Dei 40.000 che la UE si era impegnata a smistare, se ne sono andati solo in 90 (si, novanta, 50 in Svezia e 40 in Finlandia). E gli altri? A casa nostra. Possiamo permettercelo di mantenere così tanta gente? Facciamo un raffronto: proprio oggi è stata divulgata la proposta dell’Inps di erogare un reddito minimo da 500 euro per gli ultra 55enni disoccupati mediante i prelievi sulle pensioni d'oro, ma il ministero del Lavoro commenta: "Proposta utile, ma al momento si è deciso di rinviare". Politichese. Che tradotto significa una sola cosa “Bambole, non c’è una lira”, come nel titolo di un celebre varietà televisivo in 6 puntate trasmesso dalla Rete 1 della Rai dal 16 aprile al 21 maggio 1977 per la regia di Antonello Falqui, ispirato alla infausta frase che l'impresario dello spettacolo doveva dire alle ballerine quando gli incassi della serata erano stati insufficienti e dunque non potevano essere retribuite. Allora facciamo due conti: Per ogni immigrato che arriva lo Stato italiano paga 35 euro al giorno, pari a mille euro al mese alle cooperative o onlus di accoglienza. E più ne arrivano, più lo Stato paga e più cooperative e onlus incassano. Però non ha la metà di quella somma da erogare alle famiglie dei nostri disoccupati. Allora? Si può sperperare così per gli stranieri e negarlo per i nostri connazionali? Logica direbbe di no. Mentre il nostro Ministero del Lavoro conclude: “Bambole, non c’è una lira”.
da montenovonostro |