Roma: De Luca stai sereno. E stai sereno, Memè |
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Venerdì 13 Novembre 2015 16:39 |
Si annuncia forse una nuova ecatombe democratica anche con il caso De Luca, dopo quello Marino e dopo quello Letta? Si ricorderà cos’era successo con il secondo governo mai eletto di questa ormai “terza Repubblica”. Il più che rampante neosegretario del Partito Dimissionatico, dopo aver annunciato che non sarebbe mai andato al governo senza essere eletto, aveva poco dopo pronunciato la fatidica frase: “Letta stai sereno”, e subito dopo lo indusse a dimettersi, nella migliore tradizione
del Partito Dimissionatico. Diceva il nuovo caudillo toscano che Letta non era capace: per questo se ne era dovuto andare. Un affronto, un insulto che Letta non resse ed emigrò in Francia abbandonando il Parlamento Italiano. Dopo di ciò venne il caso dell’Ignaro Marino, esponente di spicco di quel Partito Dimissionatico che gli avesse comunicato che poteva anche rimanere, se proprio lo voleva, a fare il sindaco di Roma, cui era stato eletto dal popolo romano, ma solo “se ne fosse stato capace”. Diceva però il nuovo caudillo toscano che Marino non era capace: per questo se ne doveva andare. E all’imperativo “raus” del Partito Dimissionatico il povero Marino era stato letteralmente defenestrato. Nel pieno “rispetto” che il Partito Dimissionatico nutre verso il principio cardine della democrazia, che è quello di rispettare la volontà popolare. Eccome no. E infatti l’ha fatto dimettere. Cos’altro poteva fare il Partito Dimissionatico per essere se stesso? Ora sorge all’orizzonte un nuovo caso, quello del plurindagato presidente della Regione Campania, quel singolare “personaggetto” PD che ha vinto e stravinto oltre ogni ragionevole supposizione e si vuol tenere ben stretta la poltrona nella quale si è seduto, non si sa come né perché, ma comunque elettovi plebiscitariamente dal popolo campano. Poco importa, per De Luca, delle disposizioni della Legge Severino che gli avrebbe dovuto impedire di essere eletto, ma che, si scopre ora, è stata disinvoltamente aggirata a suon di sentenze non propriamente limpidissime, che creano non poco imbarazzo perfino in seno allo stesso Partito Dimissionatico. E cosa ti fa, il serafico toscanello rampante? Pronuncia anche su De Luca l’ormai celeberrima esortazione: “Continui a governate, se ne è capace”. Ma De Luca non è l’inappuntabile e serioso Letta, né il querulo Marino, e al segretario del Partito Dimissionatico, per caso anche presidente del Consiglio dei Ministri mai eletto, risponde a muso duro: “Sono sereno come un monaco buddista”. E già questa scantonata verso i paradisi orientali non promette nulla di buono e forse nemmeno di serio, ma tant’è, nel clima esterofilo e terzomondista che si respira in casa PD non ci si può stupire più di tanto. Al massimo si può attendere gli sviluppi del caso, aspettando che il nuovo caudillo toscano affermi che anche De Luca non è capace. Nel frattempo inorridendo per come si strappino, un giorno sì e un altro pure, tutte le regole della democrazia e del buon senso. Ci si deve strappare le vesti di dosso per questo? Sì, e staremo a vedere. De Luca stai sereno. E stai sereno, Memè.
da montenovonostro |