Sassari: Così potranno andare a imporre le loro teorie a casa altrui, se glielo lasceranno fare |
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Martedì 01 Dicembre 2015 16:11 |
Non bastava Rozzano in Lombardia, adesso anche in Sardegna una dirigente scolastica oppone il divieto alla visita pastorale pre-natalizia. Succede nella scuola elementare e d'infanzia di San Donato a Sassari, dove la dirigente scolastica dice no alla visita pastorale dell'arcivescovo della città. La scuola del centro storico, la più antica della città, è un istituto in cui 122 dei suoi 250 iscritti sono cinesi, senegalesi, pachistani e marocchini con relative
diverse religiosità. La valutazione, si giustifica imperterrita la dirigente, riguarda quindi il fatto che non si possa imporre la visita di un'istituzione cattolica a chi cattolico non è. La decisione è stata presa insieme ai docenti, spiega la dirigente, "e insieme abbiamo pensato che non fosse opportuno, proprio perché qui la metà dei bambini non è di religione cattolica". E ha poi tentato di dirottare l'incontro solo per i bambini cattolici in chiesa. Tradotto significa che la maggioranza dei bambini cattolici (128 su 250) non contano niente a fronte della minoranza di 122 bambini di altre religioni. E la maggioranza, se vuole, vada via da scuola e si rifugi in chiesa, se proprio vuole ascoltare l’arcivescovo. Ovviamente la “assessora” (senti senti come si autodefiniscono queste “femministe”) regionale alla cultura, ovviamente esponente di SEL, non solo ovviamente minimizza, derubricando il fatto a “problema meramente organizzativo” e ovviamente insinua che "forse si è voluta fare una polemica per assimilare questo ad altri casi nazionali, ma così si fa solo del male. Alla luce di quello che sta avvenendo nel mondo - insiste - questo è un momento in cui dobbiamo essere tutti più lucidi, più seri". E a lei, che ovviamente ritiene di essere lucida e seria, non viene nemmeno in mente che è un pessimo messaggio insegnare ai nostri figli che in nome di un malinteso concetto di tolleranza, il rispetto di una religione passi attraverso l'autocensura preventiva delle nostre tradizioni e del credo della stragrande maggioranza degli italiani. Sì, di quel novanta per cento di italiani chiamati a pagare le tasse, sempre più tasse, per far funzionare a questo modo le scuole e garantire succulenti indennità a simile “assessora” e, per corrispettivo, facendosi dominare dalle comunità immigrate minoritarie, che neppure arrivano al dieci per cento della popolazione. Manca solo che dirigente e “assessora” decidano anche di far smettere a insegnare l’italiano in quella scuola per obbligare tutti a studiare la lingua cinese. Ohè, sveglia. Noi non vogliamo imporre niente a nessuno. Nessuno chiede di convertire a forza i bimbi stranieri. Se ascoltano le parole dell’arcivescovo, possono anche prenderle per come sono: una lezione di cultura che possono continuare a non condividere, lasciando liberi i nostri figli di apprendere meglio le radici culturali e religiose nelle quali sono nati ed educati. A casa nostra gli altri vengano pure, ma ad almeno una condizione: rispettino le nostre leggi e tradizioni senza tentare di sovvertire la nostra società. Invece simili teorizzatrici iperpoliticizzate vorrebbero farci dominare a casa nostra da un’infima minoranza straniera che non sopporta le tradizioni che hanno trovato qui da noi. Ma se è così, e proprio non reggono come siamo, hanno una strada ampia e in discesa da percorrere: quella del ritorno a casa loro, magari portandosi dietro la dirigente e l' “assessora”, che così potranno andare a imporre le loro teorie a casa altrui, se glielo lasceranno fare.
da montenovonostro |