Ore di fuoco nelle sedi di Socialisti e Repubblicani in Francia, dopo il risultato storico del Front National ieri al primo turno delle regionali. La Francia registra l’avanzata dirompente della destra, diventato il primo partito d’oltralpe, sollevando preoccupazioni. I motivi vanno ricercati nelle paure che attanagliano i cittadini, da quella del terrorismo, amplificata dalle stragi di Parigi, a quelle seminate dalle conseguenze della globalizzazione e del liberismo sfrenato, paure che coinvolgono tutto il Vecchio Continente. Bollare come "neofascista" la vittoria del FN serve a poco, più a fondo bisogna leggere nell'affermazione della destra francese una reazione alla crisi dell'Europa. Gli eventi di questo 2015 sono stati terribili e tumultuosi dal 7 gennaio, quando la strage allo Charlie Hebdo disse all’Europa che la guerra incontrollabile e vigliacca del terrorismo era arrivata anche da noi. La popolarità del presidente francese Francoise Holland era già ai minimi storici, con il Partito socialista in estrema difficoltà, quando le memorie di Valerie Triewelier, l’ex moglie di Hollande, avevano rivelato che Hollande aveva il vezzo di chiamare i poveri sans-dents, “sdentati”. Un insulto all’elettorato da cui traeva i voto, poi la paura del terrorismo e per la crescita degli arrivi degli immigrati, hanno creato ulteriore terreno favorevole per la propaganda dell’estrema destra. La paura del terrorismo e la richiesta di sicurezza hanno solo esteso la sfiducia nelle forze politiche tradizionali e la delusione dell’elettorato di sinistra. Operai, ceti medi decaduti, immigrati di prima generazione, giovani disoccupati, pensionati chiedono sicurezza, frontiere meno permeabili, meno tasse e più crescita, ma non è peculiare solo della Francia. Gli “sdentati” (o quelli che i denti rischio di perderli da un momento all’altro) ci sono anche da noi. E monta l’inderogabile richiesta di accelerare la moralizzazione interna, la trasparenza e il pugno di ferro contro i corrotti da parte di chi si sente pregiudicato da politiche economiche rigoriste e senza sviluppo. Di chi non vede risposte adeguate alla disoccupazione, alla inadeguatezza dello stato sociale, del sistema di pensionamento, alle migrazioni di massa, alle paure seminate dalla globalizzazione. Il ciclone di Marine Le Pen suona per tutta l’Europa e ci domanda: si può veramente restare addormentati fino al 2017? "E' un errore legare il successo di Le Pen agli attacchi di Parigi" scrive l'ex premier Enrico Letta che ora vive proprio a Parigi dove dirige una scuola di politica. "Il risultato delle elezioni francesi - scrive ancora Letta - era già da mesi nei sondaggi: è un no radicale alla politica tradizionale, come da noi". Detto dall’unico esponente equilibrato dell’area PD, è la conferma di quello che è evidente già dalla fine dell’Ottocento: la sinistra e il socialismo è incapace a gestire le crisi di trapasso in un mondo che cambia rapidamente e, purtroppo, rovinosamente. Sono gli errori del socialismo che aprono la strada alla destra, sempre. Quando non è esso stesso che si trasforma in destra, come Mussolini e Hitler hanno dimostrato. Il ciclone Le Pen dalla Francia scuote davvero l’Europa.

da montenovonostro