Un attento lettore ci scrive per inviarci una serie di fotografie più che eloquenti, che dimostrano ancora una volta la deprecabile propensione della sinistra attualmente al potere (già, “al potere” e non certo “a servizio” del paese) che continua una lunghissima tradizione di “damnatio memoriae” inaugurata trent’anni fa, con l’avvento del “ventennio sfascista”: sfasciare e distruggere tutto quello che hanno fatto le amministrazioni precedenti per cancellarne perfino il ricordo. E anche stavolta, come allora, la sinistra che è arrivata “finalmente a comandare”, ma non certo “a servire”, se la prende con la chiesa di San Sebastiano. Quella chiesa esiste da mezzo millennio a Montenovo, onorata e rispettata per tanti secoli dalla popolazione montenovese che l’aveva addirittura eletta a chiesa succursale, dedicata al santo taumaturgo contro la peste: San Sebastiano, appunto. Dopo le epidemie di peste del Cinquecento, ormai rovinata dall’inclemenza del tempo, era stata ricostruita nell’attuale bella forma architettonica nel Settecento, prima della Rivoluzione Francese e dell’invasione dei giacobini napoleonici, che l’hanno espropriata dei beni offerti da tanti benefattori. Così era rimasta senza rettore e unita alla cappellania della chiesa rurale dei Santi Vito e Fabiano. Poi la guerra ne aveva provocato lo sfondamento del tetto e l’uso ridotto a magazzino. Solo nei tardi anni Settanta, l’amministrazione di allora l’aveva riparata, dotata di impianto di riscaldamento, attrezzata a sala cinematografica con proiettore sopra la bussola e con palco per piccole rappresentazioni teatrali, affidandola in gestione alla parrocchia. Ma arrivata l’amministrazione sfascista, questa l’ha rivoluta indietro sfasciando il palco, la bussola d’ingresso e le poltrone cinematografiche: “damnatio memoriae” dello sfascismo. Tuttavia, dopo il triste ventennio, era stata rimessa in funzione dalla nuova amministrazione comunale, che aveva finalmente concluso la deprecabile ventennale esperienza sfascista, per valorizzare la Sala San Sebastiano a favore di tante attività sociali e pubbliche. Ma anche stavolta la purtroppo nuova amministrazione di sinistra ha replicato il passato. E ora è di nuovo “damnatio memoriae”. Ecco adesso, nelle fotografie allegate, il raffronto agghiacciante fra prima e dopo la "cura" sinistra. Un dopo, fatto di deplorevole intenzionalità nell’accumularvi dentro ogni sorta di inutilizzato ciarpame, pur di renderla nuovamente impraticabile e preclusa a ogni pubblico e dignitoso uso. Sarebbe interessante capire, a questo punto, anche quale uso ha riservato questa amministrazione comunale, mai sazia di sconclusionate sorprese, a quei materassi da letto ammucchiati fin lì dentro San Sebastiano. Certo è che tutto possono avere a che fare, meno che con lecite pratiche consone a quell’edificio, che era comunque per secoli e secoli una chiesa regolarmente officiata e dedicata al culto divino. Fino a questo punto riesce a giungere l'orrido sfregio. Certo, questa amministrazione non ha proprio rispetto di niente e di nessuno. Ha ben ragione il nostro attento lettore, quando irato ci scrive: “guarda come hanno ridotto la sala San Sebastiano questi (…omissis…)”. Copriamo l’insulto, non certo per rispetto ai destinatari, che non meritano proprio niente da nessuno e men che meno proprio da noi che consideriamo questo indegno scempio alla stregua di uno sfregio blasfemo, bensì per il doveroso rispetto che nutriamo nei confronti dei nostri lettori che, sebbene comprendano certamente appieno il significato della giusta e doverosa esecrazione, tuttavia meritano in questo deprecabile caso di essere preservati da ogni ulteriore bruttura. Basta e avanza quella sfascista.
da montenovonostro
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