Ostra Vetere: “e chi se ne importa se si offende storia e cultura” |
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Venerdì 29 Gennaio 2016 21:56 |
Ma perché scandalizzarsi tanto per le mutande alle statue ignude durante la visita a Roma del saraceno di turno. Mica è la prima volta che vengono censurate statue ignude. Succede a Roma, ma è successo anche a Montenovo. Mica solo oggi, ma anche centosettant’anni fa o giù di lì. Era il 1841 quando alle Muracce venne casualmente scoperta dal mezzadro Giovanni Brunetti, detto Soverano, la splendida statua di marmo dell’imperatore Traiano. Ma le nudità dell’eroe non piacquero alla famiglia del Soverano, che teneva figli, anzi figlie. E così la leggenda racconta che una zappa tolse di mezzo le vergogne alla statua provvisoriamente appoggiata ad un “paiàro”. Censura fin troppo grossolana. Poi la statua venne trasportata nottetempo a casa di un altro Brunetti, di nome Nicola, che la fece issare su un piedistallo in giardino. Fotografata a dovere in vista della cessione, anche alla foto, un bel proto-dagherrotipo in viraggio seppia, venne praticata analoga censura con l’abrasione della porzione
centrale del cartoncino fotografico. Ed era la seconda volta. Ma la storia, si sa, è maestra di vita, e alla povera statua non venne risparmiata sorte migliore dopo che era stata “impudicamente” esposta in gigantografia ad arredare la piazza principale del paese. Appena arrivata, l’amministrazione Memè l’ha immediatamente censurata, strappando il telo che l’effigiava. Non c’è due senza tre. L’abbiamo criticato tanto, quello strappo e tuttora lo critica l’opinione pubblica montenovese, che a quella statua era affezionata. Scopriamo adesso che non è per “damnatio memoriae” o per fazioso oscurantismo che quel telone è stato rimosso dall'amministrazione Memè, no. E’ stata per lungimirante esemplazione, per intuizione anticipatrice progressista e globalizzata, che è scattata quella censura. Prevedendo che sarebbero arrivati altri saraceni anche da noi, magari non in visita di stato, ma sempre ospiti nostri, il lesto Memè ha anticipato tutti e ha strappato subito subito il telone. Meglio non offendere la sensibilità degli “ospiti”, anche se offendiamo la nostra identità culturale, ha ritenuto evidentemente Memè. Meglio non far vedere le “vergogne”, devono aver pensato, a Roma come a Montenovo, chi comanda adesso: “e chi se ne importa se si offende storia e cultura”.
da montenovonostro |