Dall’Italia: E’ proprio una caduta di stile, anzi, una “deforma” |
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Lunedì 22 Febbraio 2016 16:22 |
Certo, ci destano molta preoccupazione le dichiarazioni del presidente-segretario del governo PD, il mai eletto Matteo Renzi, eppure tanto potente, anzi “potentissimo”. A due anni dall'incarico di guidare il governo, è tempo di bilanci per lui. Tanta strada è stata fatta, dice, ma molta resta da fare e così sintetizza il lavoro fatto: "L'Italia non è più il problema d'Europa. L'Italia c'è, è forte e solida, ma ci sono ancora tante cose da fare: ho la stessa fame del primo
giorno". Oddio, detto così, papale papale, da un segretario socialista, che dice di avere “fame”, fa un po’ senso. E poi: "Il contenitore dei socialisti europei ha bisogno di ripensare se stesso", ha detto ancora Renzi, evidenziando che "la sinistra europea è molto in difficoltà, è inutile fare giri strani. Nel PSE sull'immigrazione ci sono posizioni più vicine ad Orban che a Merkel, banalmente è così". E ancora: "Io mi sento di sinistra nel senso di Clinton e Obama, non di una certa sinistra massimalista che non vince neanche le elezioni del condominio. Chi cambia è di sinistra, chi non vuole cambiare è di destra". Ed è proprio questa conclusione che ci preoccupa: ormai è passata l’idea che “bisogna” cambiare, ma nessuno si domanda non solo “come”, ma anche “perché”. Certo, il mondo cambia. E infatti gira. Il fatto è che nessuno pone più attenzione a “come” cambia e al “perché”. Noi stiamo attenti alle cose. A quelle che stanno ferme, e stiamo anche più attenti a quelle che cambiano. Perché “cambiare” non significa sempre “migliorare”. Esperienza insegna che talvolta “cambiare” porta a “peggiorare” le cose. Ne abbiamo sentite tante e troppe di idee bislacche negli ultimi decenni. Ogni volta invocavano e pretendevano “riforme” che inesorabilmente hanno “peggiorato” la situazione. L’abbiamo detto altre volte: sono "deforme". In compenso sentiamo le sparate di Renzi che dice che inaugurerà la Salerno-Reggio Calabria il 22 dicembre, facendo scoppiare i rappresentanti della stampa estera in una sonora risata. Di scherno. Dovremmo ridere anche noi, se dice che lui non è di quella “certa sinistra massimalista che non vince neanche le elezioni del condominio”? Si, ma non di scherno, come i giornalisti della stampa estera, no, bensì di speranza. Così la smettono di “deformare”, a Roma come a Montenovo. Perché dire, come dice lui, che “ho la stessa fame del primo giorno” e sentirlo dire qui a Montenovo, proprio qui dove fioccano critiche per le “troppe magnate” è proprio una caduta di stile di pessimo gusto, anzi, una “deforma”.
da montenovonostro |