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Messina: Dilettanti allo sbaraglio PDF Stampa E-mail
Mercoledì 24 Febbraio 2016 16:28

Messina Dilettanti allo sbaraglio  Dilettanti allo sbaraglio. Se non fossimo di fronte a un consesso che dovrebbe essere alto e rispettabile, come dovrebbe essere quello dei “padri legislatori”, ci sarebbe da mandarli tutti a quel paese. Ma come? Dopo averne dette di cotte e di crude, dopo aver insistito oltre ogni misura, dopo essersi intestarditi fino alla prova del fuoco, ebbene, i giudici hanno ammesso: forse l’ “Italicum” è incostituzionale. Andiamo per ordine. L’ “Italicum” è il nuovo neologismo ideologico inventato dalla politica “creativa” per indicare il parto sofferto e tormentato della nuova legge elettorale: quella che dovrebbe disciplinare le prossime elezioni politiche in Italia. Quella che avrebbe dovuto risolvere l’incostituzionalità conclamata del cosiddetto “Porcellum”, la legge elettorale precedente che ha riempito il Parlamento di “nominati”, anziché di eletti, cioè una legge che era all’opposto di ogni principio di libertà e democrazia. Ebbene, che cosa ha fatto il Parlamento? Ha varato una legge elettorale nuova di zecca, L’ “Italicum” appunto, approvato dal Parlamento il 4 maggio scorso e la cui entrata in vigore è prevista per luglio 2016, che ha fatto storcere il naso a molti costituzionalisti e ora anche ai giudici di Messina, che ne hanno rilevato a loro volta l’intrinseco carattere di incostituzionalità. Il tribunale di Messina ha rinviato alla Corte Costituzionale l’Italicum, facendo propri 6 dei 13 motivi di incostituzionalità proposti dai ricorrenti in più tribunali italiani. Su 13 motivi di incostituzionalità proposti, sei sono stati fatti propri dal giudice nell’ordinanza di rimessione e, tra questi, quelli relativi al premio di maggioranza e alla mancanza di soglia minima per il ballottaggio. Nell’ordine i dubbi di costituzionalità riguardano: il “vulnus al principio di rappresentanza territoriale“; il “vulnus al principio di rappresentanza democratico“, punto connesso col premio maggioranza; la “mancanza di soglia minima per accedere al ballottaggio”; la “impossibilità di scegliere direttamente e liberamente i deputati”, questione legata ai capilista bloccati e quindi nominati dalle segreterie dei partiti; le “irragionevoli soglie di accesso al Senato residuate dal Porcellum”; la “irragionevole applicazione della nuova normativa limitata solo alla Camera dei Deputati, a Costituzione invariata“, e non al Senato. Secondo Paolo Grossi, presidente della Consulta eletto proprio oggi, si può “giungere ad una decisione in un tempo relativamente breve”. Grossi ha ricordato che la Corte riesce a decidere rapidamente: gli arretrati sono pochi, quindi i tempi dovrebbero essere brevi. Speriamo davvero che la Consulta decida rapidamente ed elimini lo scempio alla democrazia che questo Parlamento di nominati ha perpetrato ancora una volta. Dilettanti allo sbaraglio.

da montenovonostro

 

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