Falconara Marittima: La libertà municipale non muore, quando si nutrono alti pensieri |
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Venerdì 04 Marzo 2016 18:36 |
E’ contagioso ormai il moto di insofferenza verso l’agghiacciante proposta del PD di costringere i piccoli Comuni a fondersi, perdendo la loro autonomia per diventare misere frazioni altrui. Da mesi e mesi andiamo ripetendo la nostra difesa a oltranza della autonomia municipale. L’autonomia è bene civile preziosissimo, conquistato dai nostri antenati nove secoli fa e sempre strenuamente difeso. Ma da un paio
d’anni ormai, il PD ha scatenato la corsa alle “fusioni”. Andiamo allora a sentire chi ha già subìto nel passato simile drammatico destino civile. Lo ricorda l’Associazione Futura di Falconara Marittima, divulgando l’immagine della lapide affissa in municipio e che parla con la voce solenne del marmo: “MCMXXVIII. ABOLITO PER DECRETO REGIO / RISORTO PER PLEBISCITO / IL LIBERO COMUNE DI FALCONARA / OGGI DOPO VENT’ANNI / RESO FINALMENTE AI SUOI FIGLI / TUTTI LI IMPEGNA / LE OPPOSTE FORTUNE / A MUTARE IN CERTISSIMA SORTE / PER FERMA PERENNE CONCORDIA. MCMXLVIII”. Il Comune di Falconara Marittima era stato soppresso e “fuso” durante il fascismo nel 1928. Occorsero vent’anni perché tornasse libero dopo la guerra, nel 1948. E l’Associazione Futura ieri l’altro ha scritto: “Oggi è una data da ricordare. Il 2 marzo 1948, dopo 20 di anni divisione e accorpamento - sotto Ancona e sotto Chiaravalle - imposto dal governo fascista, Falconara tornò ad essere un Comune autonomo. Questa è la targa commemorativa affissa a Palazzo Bianchi #indipendenceday”. In effetti il comune di Falconara Marittima, aggregato a quello di Ancona e a quello di Chiaravalle col regio decreto 15 aprile 1928, n. 882, dovette attendere un lungo ventennio di sottomissione. Ma l’amore per la libertà municipale non muore, quando si nutrono alti pensieri.
da montenovonostro |