Senigallia: Sacrosanto principio di “autodeterminazione” dei popoli e delle popolazioni |
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Giovedì 10 Marzo 2016 17:04 |
Non comprendiamo come possa conciliarsi la funzione di Presidente della Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia- Marche, che dovrebbe rappresentare un punto di equilibrio fra tutte le componenti della associazione che presiede, rispettando sia le attese dei grandi Comuni che, soprattutto, quelle dei piccoli Comuni. Invece il Presidente dell’Anci-Marche e sindaco di Senigallia, Maurizio Mangiaralrdi si schiera decisamente contro le autonomie locali dei piccoli Comuni. Non è la prima volta che lo fa e, temiamo, conoscendolo, che non sarà nemmeno l’ultima. Ha dichiarato che “L'approvazione della proposta di legge sul riordino territoriale di Comune e Province da parte dell'Assemblea Legislativa delle Marche è stata accolta da Anci Marche come un successo, sia perché assicura la completa attuazione della legge Delrio, ma anche perché è stata ascoltata la voce dei comuni marchigiani al termine della
fase di confronto istituzionale anche con l'Assessore Fabrizio Cesetti, arrivando alla modifica del testo che di fatto lascia ai comuni massima libertà di governare il processo di fusione con altre amministrazioni, senza forzature”. Capito? “Governare il processo di fusione”, non “decidere se fondersi o no”. Cioè: “basta che si fondino, non importa come”. Infatti dice ancora: “La proposta di legge (che ormai è diventata legge, n.d.r.) stabilisce che i referendum consultivi comunali dovranno avvenire prima (bontà loro) che i consigli comunali deliberino l'avvio della procedura di richiesta di incorporazione alla Regione Marche. Viene inoltre demandata ai Comuni interessati l'indizione del referendum in una data unica e non è richiesto un quorum”. Cioè: non un referendum distinto per ciascun Comune, ma tutti insieme in un’unica data e senza vincolo di quorum. Ovvero, comunque vada, sarà un successo (per lui). Anche se a votare andranno quattro gatti, sarà sempre il Comune grande (come Senigallia rispetto ai piccoli Comuni delle due vallate del Misa e Nevola, come vorrebbe lui) a farla da padrone “fagocitando” i piccoli. Per forza i piccoli Comuni minacciano di uscire dall’Anci, se Mangialardi insiste a pensarla così. Alla faccia di ogni sacrosanto principio di “autodeterminazione” dei popoli e delle popolazioni.
da montenovonostro |