Come annunciato, abbiamo tenuto stasera l’incontro al Ristorante “Il Sentiero” di Pongelli di Ostra Vetere per approfondire lo spinoso tema della “fusione per incorporazione” e della “fusione obbligatoria” dei Comuni che, per iniziativa del PD, ridurrà Montenovo a misera frazione di qualche altro Comune qui d’attorno. All’incontro sono stati invitati sindaci ed ex sindaci, amministratori ed ex amministratori comunali, anche di comuni vicini, e compaesani più attenti al drammatico problema dal quale appare difficile poter scampare: l’invasione, la sottomissione e la sudditanza del glorioso libero Comune di Montenovo, dopo novecento anni di Libertà, Autonomia e Giustizia civile e sociale. Oltre a chi, come noi, è decisamente e irriducibilmente contrario alla “fusione”, sono stati invitati anche alcuni esponenti che invece ancora credono alle promesse immaginifiche della sinistra, mentre noi temiamo che il PD non si renda conto in quale guaio istituzionale sta per scaraventare le nostre piccole comunità locali, ancora e per sempre gelose custodi di un
principio cardine della democrazia e della libertà: l’autodeterminazione dei popoli e delle popolazioni. Da quando il moto risorgimentale prima e resistente poi avevano lottato contro gli invasori stranieri della patria, mai ci saremmo aspettati di dover lottare contro gli invasori forestieri che vorrebbero venire a comandare a casa nostra. E’ ora, quindi, di tornare a rispolverare i principi del Risorgimento e della Resistenza contro l’insorgente sfascismo, mai così subdolamente attivo a tentare di distruggere l’identità locale, la tradizione, la cultura, la civiltà di un popolo libero e forte e di una popolazione altrettanto libera e forte. Tutte queste cose sono state spiegate all’inizio dell’incontro, illustrando poi le conseguenze nefaste che ne scaturirebbero se la “fusione” dovesse davvero prevalere. L’abbiamo visto in questi ultimi trent'anni di regime sfascista che stanno preparando il terreno per la morte civile del paese e che, promettendo, anzi fantasticando, “miglioramenti”, “razionalizzazioni” ed “efficientamenti” con una sequela di paroloni altisonanti capaci di gabbare molti, in realtà ha fatto perdere anche a Montenovo molti di quei servizi pubblici e sociali pazientemente, diligentemente, faticosamente, onerosamente costruiti nei secoli da generazioni e generazioni di saggi amministratori che avevano fatto grande Montenovo fino a trent’anni fa. Poi il declino, che sembra inarrestabile: via l’Ospedale che c’era da circa settecento anni, via la RSA che l’aveva solo parzialmente sostituito per un ventennio, via presto anche la Guardia Medica che garantiva da un quarantennio l’indispensabile assistenza sanitaria alla popolazione, mentre era stata tentata anche la soppressione della stessa Camera Mortuaria: un disastro dietro l’altro contro l’interesse paesano. Tutto questo mentre improvvidi amministratori, tutti presi dal mito sinistro della progressiva massificazione di coscienze e servizi, ha disperso opere pubbliche e servizi essenziali, come i due acquedotti consorziale e rurale, la raccolta comunale dei rifiuti, la dispersione presso altri Comuni di personale e servizi comunali, regalandoci in compenso tariffe sempre più alte e tasse ormai insopportabili, mentre il paese iniziava la sua parabola declinante per ridursi ormai all’ombra di sé stesso. Manca solo il colpo di grazia finale con la riduzione “in schiavitù” che spetta alle “frazioni” derelitte e lontane di qualche altro Comune altrui, con la più orribile delle conclusioni istituzionali: la “fusione” con la perdita di ogni autonomia comunale, dopo novecento gloriosi anni di libertà. Non va dimenticato infatti l'attacco antidemocratico e incostituzionale della soppressione delle Province e del Senato, poi corretto nella reintroduzione oligarchica di enti non più elettivi a suffragio universale, che si completerà con la fusione dei Comuni i cui scopi ultimi sono quelli di sottrarre al popolo l'essenza stessa della democrazia: il voto popolare, o togliendolo come per il Senato e per le Province ormai oligarchiche, o sterilizzandolo in un più ampio contenitore del "maggior Comune fuso", in modo che le identità locali e popolari vengano a scomparire progressivamente. Tutti motivi, questi che inducono fin da subito al annunciare il voto contrario nel prossimo referendum costituzionale d'autunno, nel quale voteremo NO, anche per fermare il declino dell'Italia e di Montenovo. Al termine della introduzione iniziale, hanno preso la parola anche alcuni sindaci ed ex sindaci, amministratori ed ex amministratori di Comuni vicini e lontani, già fusi o in via di fusione, rappresentanti di associazioni e categorie, per offrire un contributo di conoscenza e di approfondimento utile al paese. Un paese, il nostro, certamente il più bello del mondo, non per spirito di campanilismo per avere il campanile più bello e più alto di tutte le Marche, ma per avere un cuore grande che batte in alto, più in alto di tutti. Alla conclusione dell’incontro è stato deciso di dare inizio alla raccolta delle firme sulla petizione che abbiamo già illustrato, appoggiandola anche con uno o più comizi pubblici a iniziare da dopo la Pasqua di Risurrezione, affinchè tale sia davvero per tutti gli uomini di buona volontà e per tutti i compaesani.
da montenovonostro |