Milano: Il Comitato per il NO al Referendum costituzionale d’autunno |
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Giovedì 17 Marzo 2016 16:32 |
L’abbiamo già detto più volte che “montenovonostro” non può accogliere la proposta di Referendum costituzionale che si terrà il prossimo autunno sul tema delle rilevanti modifiche costituzionali introdotte recentemente dal Governo PD. Intenzionalmente abbiamo detto “modifiche costituzionali introdotte recentemente dal Governo PD”, esattamente così. La materia costituzionale dovrebbe essere attribuita alla libera trattazione e decisione del Parlamento mentre invece è stato il Governo PD a spingere e forzare le innovazioni, di fatto coartando il Parlamento. Certo, sono stati poi i parlamentari a votare le modifiche, ma è altrettanto vero che le forzature governative hanno superato ogni limite di tollerabilità democratica. E questo è il primo aspetto della vicenda, un aspetto, se vogliamo, istituzionale, che non doveva essere così forzato. Troppo delicati sono i principi costituzionali perché se ne appropri la sola maggioranza politica che sostiene il Governo. Modifiche così importanti come quelle varate avrebbero dovuto essere
liberamente discusse e approvate non dalla sola maggioranza politica, ma da una più larga maggioranza parlamentare con il coinvolgimento anche delle minoranze. Così non è stato e le modifiche sono il frutto solo e soltanto di una risicata e contraddittoria maggioranza numerica e un po’ mercenaria. Non ci piace, quindi il metodo, che è anche sostanza. Ancor meno ci piace la sostanza delle modifiche introdotte. Sono state gabellate come “riforme” assolutamente indispensabili nell’attuale situazione di crisi economica e sociale. Ma non ne comprendiamo il senso di tale giustificazione: la crisi economica e sociale si risolve con provvedimenti economici e sociali, non con modifiche istituzionali e tantomeno costituzionali. E oltre a questo principio di metodo, c’è poi una sostanza di merito ed è la seguente: le vantate “riforme” frettolosamente varate sono utili al Paese o creano altri problemi interpretativi e di legittimità costituzionale? Ecco il punto. Non ne abbiamo mai fatto mistero: quelle “riforme” sono solo “deforme”, alterano l’impianto costituzionale tradendo almeno uno e più importante principio costituzionale, quello del “mandato elettivo a suffragio universale”. Aver abolito le Province e il Senato, ridotte a organi depotenziati, oligarchici e nominati dai soli partiti è l’esatto opposto del principio che vuole la “cosa pubblica” gestita a tempo determinato da eletti dotati di mandato elettivo pieno. Con le “deforme” ora approvate avverrà l’esatto contrario e noi non possiamo essere d’accordo, per questo ci prepariamo a votare NO al prossimo Referendum costituzionale d’autunno, contro le “deforme”. Ma non siamo soli. E’ di oggi la notizia che a Milano stasera ci sarà un incontro per chiarire le ragioni del No alla modifica della Costituzione. A promuovere l’appuntamento per le 20.30 presso la Sala Alessi di Palazzo Marino è un’alleanza operativa che spazia dall’Anpi alla Fiom, da Libertà e Giustizia all’Arci. Tutte formazioni di sinistra. Noi non siamo né di destra, né di sinistra, ma sappiamo riconoscere anche agli altri la giustezza del fondamento ideale, prima che ideologico, della posizione dei proponenti. E allora non abbiamo timori a dire che hanno ragione, perché la difesa della Costituzione repubblicana e democratica non può essere appannaggio solo dell’opposizione, ma anche di tutte quelle forze politiche che si riconoscono nel valore fondante della Costituzione. Non è un problema di questo o di quel partito, ma di tutti gli italiani. Anche nostro, per questo siamo d’accordo con i Comitati per il No, che si stanno già formando in tutta Italia in vista del referendum previsto per ottobre, e che hanno scelto la via della richiesta popolare e si preparano a una primavera ed estate di raccolta firme, fianco a fianco con altri Comitati: quelli per il Sì all’abrogazione di due elementi della legge elettorale: il premio di maggioranza e l’elezione sicura per i capilista. La campagna di raccolta firme si svolgerà in tre mesi, con l’obiettivo minimo di mezzo milione di sottoscrizioni certificate. A tutti questi motivi, se ne aggiunge anche uno locale: NO al Referendum costituzionale è, indirettamente ma anche efficacemente, un NO alla agghiacciante proposta di “fusione dei Comuni”, altra conseguenza delle "deforme" in atto. Per questo siamo d'accordo con il Comitato per il NO al Referendum costituzionale d'autunno.
da montenovonostro |