Dall’Europa: Lotta contro il terrorismo islamico che insanguina le strade d’Europa? |
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Martedì 22 Marzo 2016 16:11 |
Esprimere le più sentite condoglianze per le vittime delle nuove orrende stragi perpetrate a Bruxelles dagli estremisti fondamentalisti dello Stato Islamico dell’Isis, come doverosamente e dolorosamente fa “montenovonostro” di fronte alla nuova immane tragedia con 34 morti e 230 feriti, non può ritenersi fatto conclusivo e solutivo. Non può mettere in pace la coscienza il solo sentimento di dolente vicinanza per quanti sono stati colpiti, per le vittime e i loro familiari. L’ossessivo ripetersi di fatti tanto tragici e gravi rappresenta invece un indice straziante, ma inequivocabile, che dimostra come il pericolo estremo rappresentato dal califfato dello Stato Islamico è stato finora sottovalutato. E continuerà ad esserlo se tollereremo certo stupido giustificazionismo che, invertendo i termini del problema, arriva a definire che ciò che è successo è colpa dell’Europa per la mancata integrazione. Chi fa simili affermazione
è complice dei terroristi e la dimostrazione è stato l’arresto dei giorni scorsi del super-ricercato latitante Salah Abdeslam, responsabile della precedente strage di novembre a Parigi: era figlio e fratello e lui stesso dipendente del comune belga, componente di una famiglia da anni residente in Belgio. Più “integrato” di così non avrebbe potuto essere. Eppure si è reso responsabile della tremenda carneficina parigina e non si esclude che il nuovo attentato di Bruxelles possa essere direttamente connesso con il suo arresto. Adesso si addebitano colpe agli organi di sicurezza, prima francesi e ora belgi, contemporaneamente vantando l’efficacia degli organi di sicurezza nazionali italiani. Pia bugia, doppiamente colpevole, perché non valuta che, se ancora non è successo niente di altrettanto grave in Italia, non è per merito dell’asserita efficienza dei nostri organi di sicurezza, bensì dal fatto che il califfato dello Stati Islamico l’Isis non ha “ancora” deciso di intervenire da noi. “Ancora”. Significa che potrà farlo domani, o dopodomani, o in qualunque altro momento, imprevedibilmente, orrendamente. Auguriamo che non succeda mai. Ma ciò non toglie il nostro dovere, dopo quello delle doverose condoglianze per le vittime, anche quello di severo rimprovero nei confronti della classe politica in carica che non comprende “ancora” il gravissimo livello di probabilità che fatti analoghi possano accadere anche da noi. E infatti lo Stato Islamico dell’Isis, che ha rivendicato la responsabilità degli attentati di Bruxelles, ha anche fatto sapere che fra i prossimi obiettivi c’è anche l’Italia. L’immagine del cestista Sebastien Bellin, giocatore di basket della nazionale belga e che ha militato anche nell'Aurora Jesi nella stagione 2000/2001, orribilmente ferito nell’attentato di Bruxelles, deve spronarci tutti a reclamare sicurezza e azioni adeguate. Quanto accaduto non basta ancora a far scattare l’idea che serve qualcosa di nuovo e di risolutivo a livello mondiale nella lotta contro il terrorismo islamico che insanguina le strade d’Europa?
da montenovonostro |