Un nostro lettore, a proposito della fusione dei Comuni, ci scrive una interessante e articolata valutazione che è anche lo scenario (triste) che si apre in prospettiva. Ci scrive infatti: “Promesse allettanti ma prospettive non sempre attuabili da questa “invenzione” della politica. LA FORZA DEI CITTADINI CONTRO LE FUSIONI DEI COMUNI. Una proposta di legge di Lodolini, deputato prima “trombato” poi “premiato”. Ben presentata ma altrettanto perfettamente mascherata, intelligentemente illustrata ma
contemporaneamente scarsamente spiegata, venduta con promesse allettanti ma acquistata con risultati scarsamente concreti. Paragoni che identificano una delle tante recenti “invenzioni” della politica con la scusa di sopperire alla crisi: la fusione. Fusione, concetto che ipotizza l'unione fra due o più comuni contigui con una popolazione inferiore ai 10 mila abitanti. Detto così, sembrerebbe semplice. In realtà la procedura è molto più complicata perché, in base agli articoli 117 e 133 della Costituzione della Repubblica Italiana, dette modificazioni devono essere deliberate dalla Regione, sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalle leggi regionali. Ed il punto è proprio quest’ultimo: sentite le popolazioni interessate. In realtà chi le sente ? Come le sente ? Dove le sente ? Quando le sente ? Ma sopratutto chi, come, dove e quando viene spiegato alle popolazioni interessate cosa sta accadendo ? In alcuni casi è già accaduto, anche nelle Marche, dove però, la differenza tra teoria e pratica si fa decisamente sentire. In teoria dove le fusioni sono state concretizzate, sono stati risparmiati un sacco di soldi, snelliti tanti problemi burocratici, “incassati” contributi da altri organi ed istituzioni, studiati ed avviati servizi e progetti per il futuro. In pratica, invece, il cittadino tipo, entusiasta di avere finalmente un nuovo Comune ricco ed efficiente, continua a ritrovarsi la strada sotto casa piena di buche, la panchina del giardino del quartiere rotta e, soprattutto, continua ad ascoltare le solite chiacchiere da bar sul nuovo che verrà. Sinora sulle fusioni siamo in una fase che può definirsi sperimentale perché sono davvero pochi i Comuni che hanno messo in pratica l’ipotesi. All’orizzonte, le cose potrebbero però presto cambiare e, a riguardo, è stata addirittura presentata una proposta di legge che prevede la fusione obbligatoria per i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Avete letto bene ! Obbligatoria ! Ma come, non siamo più in democrazia ? Non è più valido il concetto per cui in base agli articoli 117 e 133 della Costituzione della Repubblica Italiana, per eventuali modifiche vanno sentite le popolazioni interessate ? A presentare questa recente proposta di legge è stato Emanuele Lodolini. Chi è Lodolini ? Non essendo ne uno statista, ne un volto noto, diventa importante fare una sua breve cronistoria politica. Emanuele Lodolini è un deputato del Pd. Lodolini è giovane, ha appena 38 anni, ma già da tre anni siede nei banchi del Parlamento italiano. Lì è stato eletto grazie a Pier Luigi Bersani con il quale si era schierato e che aveva palesemente appoggiato nel dicembre 2012 in occasione delle primarie del centro sinistra. All’epoca, Lodolini fece una battaglia contro chi sosteneva Matteo Renzi e questo gli valse un posto in una circoscrizione vincente del Pd. Come non tutti sapranno, in effetti, per il Parlamento italiano non viene eletto chi ottiene più voti, ma chi è messo in “graduatoria” nelle prime posizioni. Insomma il cittadino non vota la persona, ma vota il partito. Motivo per cui Lodolini (inserito dal Pd in un posto blindato della “graduatoria”) è stato eletto deputato. Qualcuno potrebbe dire che avrebbe preso consensi personali sufficienti lo stesso per essere eletto. Chissà ? Forse. Di certo, la stessa cosa non è accaduta quando, nel 2008, Lodolini andò al ballottaggio per diventare sindaco di Falconara Marittima. In effetti, dopo che nel primo turno il suo avversario (il candidato del Pdl Goffredo Brandoni) ottenne appena il 23,32% dei voti, contro il 41,97% di quelli di Pd, Rifondazione, Pdci-Ps, Idv e Verdi, che sostenevano Lodolini, gli elettori di Falconara fecero una valutazione diversa. Al secondo turno, i cittadini votarono la persona e Brandoni battè Lodolini per la poltrona di sindaco. Ma questa è storia passata, perché quella recente scrive invece che l’on. Emanuele Lodolini, dopo aver sostenuto sino all’ultimo Bersani prima della sua definitiva caduta da presidente del consiglio incaricato nel 2013, non esitò minimamente a schierarsi con il nuovo vincitore Matteo Renzi che, nei mesi successivi, lo “premiò” con la carica di componente della commissione Finanze di Montecitorio. Ed oggi, Lodolini presenta una proposta di legge nella quale ipotizza di “trovare un efficace meccanismo per ridurre l’elevata frammentarietà dei comuni italiani e prevedere la fusione obbligatoria per quelli con meno di 5.000 abitanti allo scopo di consentire un miglioramento della qualità e dell’efficacia dei servizi offerti ai cittadini”. In parole povere un au taut del genere: se volete i contributi vi fondete, altrimenti vi lasciamo al vostro destino … In questo momento di profonda crisi, sembra davvero improbabile che la maggioranza dei Comuni italiani decida tenacemente di resistere. Questo è perlomeno lo scenario (triste) che si apre in prospettiva. Ma se – per motivi economici - i sindaci ed i rappresentanti dei piccoli comuni italiani non avranno la forza di reagire, il problema non potrà essere trascurato dai cittadini. Quegli stessi cittadini che, in base agli articoli 117 e 133 della Costituzione della Repubblica Italiana, debbono essere SENTITI per eventuali modifiche. un lettore".
da montenovonostro |