 Ci scrive la lista Patto per Ostra Vetere: “Vi trasmettiamo copia della Deliberazione della Giunta Comunale di Ostra Vetere e l'allegato schema di Protocollo d'Intesa in merito all'Area Metropolitana Medio-Adriatica. Saluti e buon lavoro. Patto per Ostra Vetere”, allegando un paio di corposi documenti che sono il “Protocollo area metropolitana.rtf” e il “Protocollo area metropolitana - Schema allegato D.G..doc”, che
a nostra volta alleghiamo in coda a questo comunicato, affinchè anche i nostri lettori ne prendano visione, aiutandoci a interpretarli. Di certo il messaggio del Patto per Ostra Vetere è quantomeno sibillino e di non facile interpretazione: ci augura buon lavoro su quei due documenti, ma senza dirci di che lavoro si dovrebbe trattare. Peggio mi sento con i due documenti allegati. Il primo è copia della deliberazione della Giunta Municipale di Ostra Vetere n. 6 del 20/01/14 (più di due anni fa), di cinque pagine e con oggetto “Approvazione schema di protocollo d’intesa dell’Area Metropolitana Medio-Adriatica per la costruzione di una strategia territoriale integrata” e il secondo, di ben 13 pagine, è, per l’appunto, il “Protocollo d’intesa dell’Area Metropolitana Medio-Adriatica per la costruzione di una strategia territoriale integrata latitudine 43°35'0''N”. E già, quando leggiamo simili paroloni, trasecoliamo un po’ prevenuti. Nutriamo cioè immediato fastidio a leggere tutte queste contorsioni linguistiche ricche di funambolismi lessicali quanto povere di immediata intelligibilità. Quando per parlare al popolo, chi “comanda” non parla come mangia, ma parla con paroloni. ci dà subito un brutta impressione. Il popolo ha bisogno di capire un linguaggio semplice e piano, ma se il Comune (che significa “cosa di tutti”) usa un linguaggio astruso e comprensibile solo a pochi, insospettisce perché tradisce il primo dovere di una pubblica amministrazione: la chiarezza e la verità. Nascondersi invece dietro ai paroloni incomprensibili è arte più adatta ai ciarlatani, che ai pubblici amministratori. A parte il “protocollo d’intesa”, che dovrebbe significare più semplicemente un “accordo”, un “patto”, un “documento”, è quell’”Area Metropolitana” che ci spaventa. “Area”, forse, potrà significare “territorio”, “superficie” o simili, ma è quel “Metropolitana” che si rimane incomprensibile. La “metropoli” è (così ci è stato insegnato fin dalle elementari) una “grande città”, anzi, una “città smisurata”, “enorme”, piena zeppa di milioni di abitanti. E davvero, qui d’attorno, non ne vediamo molte: certo Roma, certo Milano, ma già Bologna è più piccola e Ancona ben più piccolina. Sarà “Metropoli” Ancona? Ma va là. Anche se poi l’aggettivazione “Medio-Adriatica” lo potrebbe far pensare. Ancona è sì una città (non “Metropoli”) posta nel medio-Adriatico, ma è città marinara. E allora cosa c’entra un Comune come Ostra Vetere che sta in collina, a metà strada tra il mare Adriatico e i monti Appennini? E poi cosa c’entra la “costruzione di una strategia territoriale integrata latitudine 43°35’0”N”? Ma non c’è un altro modo per spiegare le cose? “Strategia” assomiglia tanto a un linguaggio militare, e l’aggettivazione “territoriale” sa tanto di cartografia da IGM (Istituto Geografico Militare, che prepara le mappe dei territori in osservazione). Ma è soprattutto quell’”integrata” che ci preoccupa. Da tempo sentiamo certa politica blaterare di “integrazione”, “inclusione”, “unificazione”, “fusione”, “omogeneizzazione”, “globalizzazione”. Tutti termini che “massificano” le diversità, le identità, le individualità. Vanagloriosamente spumeggiante, poi, la pignola precisazione della “latitudine 43°35’0”N”. Incomprensibile, senza l’ausilio di quelle cartografie militari dell’IGM di cui parlavamo sopra. E proprio consultando le tavolette IGM, di non facile reperibilità, scopriamo che a quella “latitudine 43°35’0”N” corrisponde a un parallelo che, girando attorno al mondo, passa giusto giusto anche per le Muracce. Non possiamo essere però sicuri della localizzazione, poiché in geografia per individuare una località non basta conoscere il “parallelo”, ma anche il “meridiano”, ma diamo per assodato che “meridiano” indica quando arriva il mezzogiorno e quindi un orario particolarmente gradito a chi si prepara a pranzare, come succede da noi. E dovremmo così aver risolto il “busillis”: si, si tratta proprio del nostro Comune, con gli amministratori sempre attenti a tutto ciò che è commestibile, “profumo di pane” compreso. Ohè. Sarà mica che tutti questi contorsionismi verbali significano solo che si sta predisponendo una campagna militare di annessione a forza del territorio sottomesso o da sottomettere? Se è così, non ci stiamo proprio. Noi siamo orientati in tutt’altra direzione. Il Comune faccia pure le sue scelte, ma lasci a noi, almeno, la facoltà di valutarle criticamente. Non ci sommerga di paroloni altisonanti per non farci capire e per farci trovare all’improvviso davanti al fatto compiuto. Ci spieghi allora che cosa significano in pratica quei due documenti. C’è sempre da temere, quando chi “comanda” non vuole farsi comprendere. E intanto che il Comune, anzi, l’amministrazione comunale (che non è la stessa cosa) si decida ad essere più chiara, noi abbiamo intanto provveduto a “lavorare” tentando di comprendere almeno il “titolo” di quei due documenti. Sulla “sostanza” ci “lavoreremo” in seguito, se riusciremo a reggere l’ipercolorito frasario inopportunamente usato.
da montenovonostro |
Comunità 
Ci scrive la lista Patto per Ostra Vetere: “Vi trasmettiamo copia della Deliberazione della Giunta Comunale di Ostra Vetere e l'allegato schema di Protocollo d'Intesa in merito all'Area Metropolitana Medio-Adriatica. Saluti e buon lavoro. Patto per Ostra Vetere”, allegando un paio di corposi documenti che sono il “Protocollo area metropolitana.rtf” e il “Protocollo area metropolitana - Schema allegato D.G..doc”, che
a nostra volta alleghiamo in coda a questo comunicato, affinchè anche i nostri lettori ne prendano visione, aiutandoci a interpretarli. Di certo il messaggio del Patto per Ostra Vetere è quantomeno sibillino e di non facile interpretazione: ci augura buon lavoro su quei due documenti, ma senza dirci di che lavoro si dovrebbe trattare. Peggio mi sento con i due documenti allegati. Il primo è copia della deliberazione della Giunta Municipale di Ostra Vetere n. 6 del 20/01/14 (più di due anni fa), di cinque pagine e con oggetto “Approvazione schema di protocollo d’intesa dell’Area Metropolitana Medio-Adriatica per la costruzione di una strategia territoriale integrata” e il secondo, di ben 13 pagine, è, per l’appunto, il “Protocollo d’intesa dell’Area Metropolitana Medio-Adriatica per la costruzione di una strategia territoriale integrata latitudine 43°35'0''N”. E già, quando leggiamo simili paroloni, trasecoliamo un po’ prevenuti. Nutriamo cioè immediato fastidio a leggere tutte queste contorsioni linguistiche ricche di funambolismi lessicali quanto povere di immediata intelligibilità. Quando per parlare al popolo, chi “comanda” non parla come mangia, ma parla con paroloni. ci dà subito un brutta impressione. Il popolo ha bisogno di capire un linguaggio semplice e piano, ma se il Comune (che significa “cosa di tutti”) usa un linguaggio astruso e comprensibile solo a pochi, insospettisce perché tradisce il primo dovere di una pubblica amministrazione: la chiarezza e la verità. Nascondersi invece dietro ai paroloni incomprensibili è arte più adatta ai ciarlatani, che ai pubblici amministratori. A parte il “protocollo d’intesa”, che dovrebbe significare più semplicemente un “accordo”, un “patto”, un “documento”, è quell’”Area Metropolitana” che ci spaventa. “Area”, forse, potrà significare “territorio”, “superficie” o simili, ma è quel “Metropolitana” che si rimane incomprensibile. La “metropoli” è (così ci è stato insegnato fin dalle elementari) una “grande città”, anzi, una “città smisurata”, “enorme”, piena zeppa di milioni di abitanti. E davvero, qui d’attorno, non ne vediamo molte: certo Roma, certo Milano, ma già Bologna è più piccola e Ancona ben più piccolina. Sarà “Metropoli” Ancona? Ma va là. Anche se poi l’aggettivazione “Medio-Adriatica” lo potrebbe far pensare. Ancona è sì una città (non “Metropoli”) posta nel medio-Adriatico, ma è città marinara. E allora cosa c’entra un Comune come Ostra Vetere che sta in collina, a metà strada tra il mare Adriatico e i monti Appennini? E poi cosa c’entra la “costruzione di una strategia territoriale integrata latitudine 43°35’0”N”? Ma non c’è un altro modo per spiegare le cose? “Strategia” assomiglia tanto a un linguaggio militare, e l’aggettivazione “territoriale” sa tanto di cartografia da IGM (Istituto Geografico Militare, che prepara le mappe dei territori in osservazione). Ma è soprattutto quell’”integrata” che ci preoccupa. Da tempo sentiamo certa politica blaterare di “integrazione”, “inclusione”, “unificazione”, “fusione”, “omogeneizzazione”, “globalizzazione”. Tutti termini che “massificano” le diversità, le identità, le individualità. Vanagloriosamente spumeggiante, poi, la pignola precisazione della “latitudine 43°35’0”N”. Incomprensibile, senza l’ausilio di quelle cartografie militari dell’IGM di cui parlavamo sopra. E proprio consultando le tavolette IGM, di non facile reperibilità, scopriamo che a quella “latitudine 43°35’0”N” corrisponde a un parallelo che, girando attorno al mondo, passa giusto giusto anche per le Muracce. Non possiamo essere però sicuri della localizzazione, poiché in geografia per individuare una località non basta conoscere il “parallelo”, ma anche il “meridiano”, ma diamo per assodato che “meridiano” indica quando arriva il mezzogiorno e quindi un orario particolarmente gradito a chi si prepara a pranzare, come succede da noi. E dovremmo così aver risolto il “busillis”: si, si tratta proprio del nostro Comune, con gli amministratori sempre attenti a tutto ciò che è commestibile, “profumo di pane” compreso. Ohè. Sarà mica che tutti questi contorsionismi verbali significano solo che si sta predisponendo una campagna militare di annessione a forza del territorio sottomesso o da sottomettere? Se è così, non ci stiamo proprio. Noi siamo orientati in tutt’altra direzione. Il Comune faccia pure le sue scelte, ma lasci a noi, almeno, la facoltà di valutarle criticamente. Non ci sommerga di paroloni altisonanti per non farci capire e per farci trovare all’improvviso davanti al fatto compiuto. Ci spieghi allora che cosa significano in pratica quei due documenti. C’è sempre da temere, quando chi “comanda” non vuole farsi comprendere. E intanto che il Comune, anzi, l’amministrazione comunale (che non è la stessa cosa) si decida ad essere più chiara, noi abbiamo intanto provveduto a “lavorare” tentando di comprendere almeno il “titolo” di quei due documenti. Sulla “sostanza” ci “lavoreremo” in seguito, se riusciremo a reggere l’ipercolorito frasario inopportunamente usato.
