Ostra Vetere: Introdurre limitazioni surrettizie mediante una tassa sulla libertà di parola |
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Mercoledì 13 Aprile 2016 21:18 |
Il Comune ci ha fatto pagare la tassa sulla libertà di parola, la COSAP, quasi una “jizya” mussulmana per poter liberamente professare le nostre idee contro la fusione PD del libero Comune. Uno Stato sgangherato può fare anche a meno dei principi-cardine, ma uno Stato serio li rispetta. E per Stato intendiamo anche tutte le istituzione pubbliche presenti, dalle più alte alle più piccole, come i Comuni. Nemmeno il
Comune può essere senza principi-cardine. Anche il Comune deve uniformarsi agli ordinamenti internazionale, nazionale, regionale e locale. Guai se non lo facesse. E invece dobbiamo registrare che così non è da noi, a Montenovo. Partiamo da lontano. Uno dei principi cardine degli ordinamenti internazionali è la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948 e prodotta dagli Alleati sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse nella Seconda guerra mondiale. Essa costituisce l'orizzonte ideale della “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea”, confluita poi nel 2004 nella “Costituzione europea”. La “Dichiarazione universale dei diritti umani” agli articoli 18-21 sancisce le "libertà costituzionali", quali la libertà di pensiero, opinione, fede e coscienza, parola, associazione pacifica dell'individuo. La “Costituzione europea”, fra le competenze concorrenti fra Stati Membri e Unione, stabilisce lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Infine la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, garantisce eguali libertà e dignità a tutti i cittadini. Tra le libertà collettive, gli articoli dal 17 al 21 affermano che i cittadini italiani hanno il diritto di riunirsi in luoghi pubblici (con obbligo di preavviso all'autorità di pubblica sicurezza), privati e aperti al pubblico (liberamente) (articolo 17), di associarsi liberamente (articolo 19), e ogni individuo è libero di professare il proprio pensiero, con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (articolo 21). Tutti bei principi. Ma in pratica? In pratica a Montenovo il godimento di questi principi inalienabili viene limitato dalla estemporanea imposizione di una tassa: la COSAP. Non per l’importo, di per se particolarmente esiguo e che comunque abbiamo pagato subito. Ma è il principio dell’onerosità limitatrice della libertà di espressione che ci sorprende non poco. E’ giusto tassare la libertà di parola? Beh, tutti i regimi tirannici hanno fatto anche di peggio. Ma quando si commette uno scivolone così, è meglio approfondire l’argomento, prima che degeneri insopportabilmente. Per questo, approfondiremo ogni aspetto della vicenda. Non perché siamo pignoli noi. Ma perché a nessuno, tantomeno a questa maggioranza PD, può essere consentito di introdurre limitazioni surrettizie mediante una tassa sulla libertà di parola.
da montenovonostro |