Tavoleto: Capito, Memè, la prospettiva che ti aspetta? |
|
|
|
Martedì 19 Aprile 2016 16:19 |
Come a Mombaroccio, che ha detto NO alla fusione con il Comune di Pesaro, anche a Tavoleto gli abitanti hanno detto NO alla fusione con il Comune di Urbino. Ma mentre i diretti interessati dei Comuni che dovrebbero scomparire (Mombaroccio e Tavoleto, appunto) hanno detto in coro NO, ben diversamente gli elettori dei Comuni più grossi di Pesaro e Urbino hanno detto si: espressione di una concezione profittatrice della politica colonizzatrice che non guarda in faccia a nessuno e presume di poter imporre le proprie scelte anche a chi non ne vuole proprio sapere. Bell’esempio di libertà che danno i rossi invasori, rossi perché dovrebbero arrossire per la loro prepotente arroganza
politica. Ma la colpa non è tanto, o perlomeno non solo, delle smodate bramosie di impossessamento espresse dai cittadini (abitanti delle città), che non arrossiscono nemmeno di fronte alla prevaricazione nei confronti dei compaesani (abitanti dei paesi più piccoli). Con la fine della seconda guerra mondiale e la Liberazione è cessata anche la politica “coloniale” italiana. Ma risorge oggi con un neo-colonialismo comunale non meno aggressivo e deprecabile. Ecco i risultati del Referendum: con un'altissima partecipazione al voto, il 69,72% degli aventi diritto abitanti di Tavoleto hanno manifestato il loro netto rifiuto alla fusione, il 71,71% ha detto NO a Urbino. Il sindaco PD di quel Comune, Nello Gresta, che tanto aveva fatto per spingere verso la fusione, di fronte al sorprendente risultato contrario ha gettato la spugna rassegnando le dimissioni. Ben gli sta. Adesso il Comune verrà affidato a un Commissario Prefettizio, fino alle prossime elezioni comunali. Sperando che non venga eletto un altro sindaco PD. Capito, Memè, la prospettiva che ti aspetta?
da montenovonostro |