Apiro: Caro onorevole Lodolini. Noi non siamo Esaù |
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Martedì 19 Aprile 2016 16:27 |
Personaggio biblico di tutt’altro che eccezionale rilievo, Esaù era il figlio primogenito del capoclan patriarca Isacco. Esaù era grande e grosso, ma non particolarmente accorto e si fece fregare dal più scaltro fratello Giacobbe. In cambio di un piatto di lenticchie gli cedette la primogenitura e di lui non se ne parlò più. Finito. Sic transit gloria mundi, avrebbero detto i latini. Eppure se ne deve tornare a parlate, perché la storia talvolta si ripete e anche oggi un capoclan, grande e grosso, ma non si sa quanto
accorto, sembra volerne emulare la storia. Dall’Apiro (che è tutto un programma, nell’immaginario collettivo marchigiano che, per sottintendere un giudizio non proprio benevolo su un povero dabben’uomo, gli domanda: “Ma que sèi, dell’Apìro?”, più o meno come se fosse “de la Sgùrgola”, fuori dal mondo) e proprio dal Teatro dell’Apiro, domenica scorsa, durante una riunione di compagni del PD, è tornato alla carica l’onorevole Lodolini che insiste sulla fusione dei piccoli Comuni. “Il tema della fusioni è un argomento che lo si può eludere, far finta che non esista, aggirare: ma prima o poi ci si dovrà misurare. Meglio farle prima, cioè oggi, che ci sono condizioni di irripetibile convenienza, piuttosto che rimandare il tema – ha detto gonfio di sicumera - Ci sono una serie di agevolazioni e incentivi che oggi rendono davvero difficile argomentare una totale opposizione alle fusioni tra piccoli comuni”. Insomma, per rinunciare alla primogenitura ci offre un piatto di lenticchie. Domandandosi poi con cipiglio deciso: “Insomma, se non parlare oggi di fusioni, quando dovremmo farlo?” Gli hanno già risposto domenica Tavoleto e Mombaroccio e proviamo ora a rispondergli anche noi: “Quando dovremmo farlo? Mai. Si tenga le sue lenticchie, che nemmeno ci piacciono, caro onorevole Lodolini. Noi non siamo Esaù”.
da montenovonostro |