Dall’Italia: L’arma spuntata del suo ricatto politico |
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Lunedì 02 Maggio 2016 16:44 |
Il “comandotuttoio” dice che: "Il lavoro di questi due anni ha prodotto un cambiamento radicale, ma la sfida più grande inizia adesso". Non sappiamo quale “cambiamento radicale” abbia prodotto finora, oltre alla caterva di annunci a getto continuo. Sappiamo che sta tentando di fare “deforme” che non ci piacciono nemmeno un po’, perché alterano lo spirito autentico della Costituzione democratica e stanno progressivamente erodendo l’unico potere che
ha il popolo: il voto. E infatti non ci farà più votare né per il Senato, né per la Provincia e, tra un po’, forse neppure per il Comune nostro, ma per quello altrui, lui che non è stato mai votato da nessuno. Tuttavia il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avviato ugualmente la sua campagna referendaria per la riforma della Costituzione in autunno come un referendum a favore o contro se stesso: "La rottamazione non vale solo quando si voleva noi: se non riesco vado a casa". Tenuto conto che nessuno lo ha mai votato (nessuno del popolo, intendiamo, perché gli è bastato accaparrarsi i voti di 136 componenti della Direzione nazionale del Partito Deformatico per imporsi a una casta politica belante e prona che affolla un Parlamento come non si era mai visto prima d’ora così tanto screditato, per spadroneggiare impunemente), se se ne va, non sarà un gran danno. Ma pur di non andarsene lancia il suo appello: "Una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta, per vedere se italiani vogliono entrare nel futuro a testa alta. Ho bisogno di voi, 10 mila comitati in tutta Italia, composti da un minimo di 10 a massimo di 50 persone". "C'è un'Italia che dice sì: andiamo a scovarla e portiamola a votare a ottobre". Si, si, andiamo a votare NO a ottobre. Infatti i sondaggi odierni dicano un’altra cosa rispetto al risultato che spera lui: secondo una rilevazione di Euromedia Research, pubblicata in esclusiva da Affaritaliani.it, il fronte del “no” alle riforme sarebbe in vantaggio e sta crescendo ancora. Oggi il 52 per cento degli intervistati ha detto infatti di essere intenzionato a esprimersi contro il ddl Boschi, mentre solo il 48 per cento è a favore. Nel sondaggio del mese scorso, al 18 aprile, i numeri davano invece il sì al 51,9 per cento, mentre i no al 48,1 %. Evidentemente ottiene effetto contrario l’arma spuntata del suo ricatto politico.
da montenovonostro |