Al mulo che si impunta si può offrire una alternativa: bastone o carota. E’ un pò brutale la scelta, ma quando non c’è verso per far capire ai testardi, a volte è una soluzione imposta dalla dura necessità della vita. Ma stavolta il mulo-PD ha scelto la carota: meno male. Evviva. Era da tempo che si intestardiva attorno a un progetto dissennato: quello di demolire un principio cardine della democrazia partecipata, l’autonomia comunale anche per le piccole comunità. E non si stancava di promuovere la perversa idea di far convincere i riluttanti a ingoiare il rospo della privazione forzata della libertà municipale. Ma chi era il mulo? Era forse l’opinione pubblica diffidente e restìa o non era piuttosto chi sull’idea delle “fusioni” scommetteva senza ritegno? L’onorevole PD Lodolini ha addirittura presentato una proposta di legge per la “fusione obbligatoria sotto ricatto”, da quanto è tutt’altro che “democratico” questo PD “deformatico”. Anche il presidente regionale PD Ceriscioli insisteva nell’elogiare la proposta normativa regionale della “fusione per incorporazione”. Anche il PD toscano, nonostante la bocciatura referendaria della maggioranza degli abitanti di Abetone, non c’è andato tanto per il sottile e ha “fuso” a forza Abetone a Cutigliano, anche se aveva detto NO. E pure il PD marchigiano ha insistito testardamente a fondere Mombaroccio con Pesaro e Tavoleto con Urbino, nonostante il comitato di Mombaroccio fosse riuscito a far bloccare dal Tribunale Amministrativo Regionale il referendum appena qualche giorno prima della data fissata a dicembre scorso. Ma si sa, quando il PD si impunta, è difficile farlo recedere. E così il PD Ceriscioli ha imposto un nuovo referendum lo scorso 17 aprile. Risultato: le maggioranze degli abitanti di Mombaroccio e di Tavoleto hanno detto ancora NO. Ma il PD, si sa, non demorde. E forse stava pensando al “deformatico” esempio toscano dell’Abetone e imporre la fusione anche ai due piccoli Comuni marchigiani. Però…, però… E’ vero che negli ultimi tempi molti sindaci PD si danno un gran da fare a spingere per le fusioni, sacrificando i rispettivi Comuni sull’altare del “sol dell’avvenire”. Tant’è che spingono a fondere i Comuni di Pievebovigliana e di Fiordimonte nel nuovo Comune di Valfornace; il Comune di Camporotondo di Fiastrone in Tolentino; i Comuni di Cartoceto, Montemaggiore al Metauro, Saltara e Serrungarina; vorrebbero fondere anche i Comuni di Morro d'Alba, San Marcello e Belvedere Ostrense, ma quest’ultimo per fortuna ha già detto NO. E oggi è stata pubblicata la notizia: “Sono stati per il momento revocati i referendum del prossimo 29 maggio per la fusione per incorporazione dei Comuni di Maiolati Spontini e Rosora (Ancona), e i due sindaci, Umberto Domizioli e Lamberto Marchetti, hanno proposto un nuovo percorso di fusione per i Comuni che vorranno aderire. Nelle assemblee pubbliche sul referendum, ricorda Domizioli, la dicitura ''fusione per incorporazione ha incontrato una chiusura trasversale da parte dei cittadini, che non ha permesso di spiegare che la differenza con la semplice fusione, seppur sancita da una diversa definizione, può essere superata con la fiducia e con precisi accordi che avevamo previsto alla base del nostro progetto''. Tortuosi giri di parole per ingoiare l’amara pillola della verità: gli abitanti non vogliono e il PD, nell’alternativa fra bastone e carota, non volendo rischiare ancora le bocciature di Mombaroccio e Tovaleto, svicola scegliendo la carota. Meglio dire che la situazione “non ha permesso di spiegare la differenza” ai cittadini. Non ammetterà mai, questo PD, di aver sbagliato e di essere stato costretto a scegliere tra bastone e carota.

da montenovonostro