Dall’Italia: Contro la deforma costituzionale i sondaggi danno il NO al 54% |
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Venerdì 13 Maggio 2016 16:27 |
E’ un gran brutto momento politico, questo. Settanta anni di Libertà, settanta anni di Repubblica, settanta anni di Democrazia pericolano sotto i colpi incessanti di una ideologia che non spiega più cosa vuole, ma annuncia solo e sempre di volere il “cambiamento”. E la forsennata mania di cambiare contagia molti. Ma non tutti. Cambiare per cambiare senza spiegare cosa, perché e come, assomiglia tanto alla prassi giocolieresca
degli imbonitori con il trespolo mobile e le tre campanelle sopra, sotto le quali far scomparire ad effetto la pallina. Cronaca di questi giorni illustra come. L’abbiamo detto altre volte e lo ripetiamo. Cambiare si può, cambiare è doveroso, cambiare è necessario, a volte. Ma non prima di aver bene individuato “cosa” cambiare, “perché” cambiare e soprattutto “come” cambiare. E anche dopo aver meticolosamente approfondito questi imprescindibili passaggi, ne rimane ancora un altro e più importante: collaudare la soluzione prima di dargli attuazione, per vedere se il nuovo progetto funziona davvero o presenta difetti o non funziona proprio. Chi metterebbe infatti in produzione e vendita una nuova macchina senza collaudarla? Chi si azzarderebbe a garantirne miracolistici successi senza averla provata adeguatamente? Chi? Nessuno, tranne il PD. Non è nuovo, il PD e i suoi predecessori a simili prassi irresponsabili. L’ha già attuata con la sanità e, deforma dopo deforma perché quella che aveva varato prima era puntualmente sbagliata, né ha collezione una infinità e ancora pensa di fare altre deforme (basta ricordare la successione di sigle usate: ULSS, USL, ASL, ASUR, Area Vasta, Case della Salute e via dicendo, a ognuna delle quali corrisponde una “deforma” puntualmente naufragata). Il fatto è che simili “deforme” il PD ce le ha fatte sempre pagare a noi. E ancora non gli basta. Deforma il Senato, deforma le Province, presto deformerà i Comuni. Basta che si cambi. Ohè. Così ci fanno i monelli piccoli, che sfasciano i giocattoli per vedere come sono fatti dentro. E poi si ritrovano puntualmente con i giocattoli rotti, molti dei quali non si riparano nemmeno più. Basta. C’è un solo modo per fermare questa deriva “deformatrice”. Bocciare la “deforma” costituzionale al prossimo referendum d’autunno dicendo NO alle “deforme” a getto continuo di un Partito Deformatico che non sa più nemmeno cosa vuole, basta che cambi. Non siamo soli a dirlo. Perché è nato un comitato per il NO che sta raccogliendo migliaia e migliaia di adesioni e che incomincia a fare presa nella pubblica opinione, tanto che una settimana fa le statistiche lo davano già in maggioranza al 52% nelle intenzioni voto degli italiani. Oggi è uscito l’esito dell’ultimo sondaggio Ixé per Agorà (Raitre): il 72% degli italiani dichiara che a ottobre andrà a votare per il referendum costituzionale (la settimana scorsa era il 74%). Tra questi, il 46% oggi voterebbe sì e il 54% no. Tra coloro che andranno a votare i favorevoli alla riforma sono scesi dal 48% della scorsa settimana al 46% registrato il 13 maggio. Contro di essi si esprime per il NO il 54% degli italiani, rispetto al 52% della precedente rilevazione. Un sondaggio, in verità, non è che un sondaggio e non un risultato certo, c’è quindi ancora molto da fare per bloccare definitivamente la “deforma” della Costituzione repubblicana e democratica contro la “deforma” che vuole il PD. Tuttavia la buona notizia è che contro la deforma costituzionale i sondaggi danno il NO al 54%.
da montenovonostro |