Dall’Italia: Lo considerano come zavorra foriera di guai |
|
|
|
Giovedì 09 Giugno 2016 16:23 |
Il PD ormai non è più la casa comune unita nella lotta per il SI al referendum costituzionale di ottobre. Renzi lo ha capito. Sospetta della minoranza interna tanto da lasciarsi andare a frasi come quella pronunciata ieri a ‘Otto e mezzo’ sull’uso del “lanciafiamme sul PD”. Il punto è che questa volta la reazione della minoranza interna non è di rabbia, bensì di un’ironia che rasenta lo sberleffo. Gianni Cuperlo prende wikipedia alla voce lanciafiamme e fa notare che “è più pericolosa per il soldato che sta usando l'arma”. E così Pierluigi Bersani: “Il lanciafiamme? Mi consegno…”. E’ l’effetto della cattiva perfomance del PD renziano al primo turno delle amministrative. E’ l’effetto delle aspettative di casa PD, che anche in questi giorni di campagna
elettorale per i ballottaggi non indicano buoni presagi: si vince a Torino e Bologna, scontate; si vince ma di misura a Milano e con più sofferenza; in bilico Roma, con Giachetti che cresce di più della Raggi ma che non ce la farebbe a colmare il divario che lo separa dalla candidata a cinque stelle: Raggi fiammante, altro che lanciafiamme. Ma c’è dell’altro tra le preoccupazioni del premier. I candidati PD nelle città non lo vogliono al loro fianco nella campagna elettorale per il secondo turno. Temono di venire stritolati da un voto anti-Renzi. Mantengono le distanze da un premier che fino al primo turno pensavano fosse il loro jolly per il successo e ora invece lo considerano come zavorra foriera di guai.
da montenovonostro |