Ostra Vetere: Città del vino e dell'olio contrarie alle fusioni dei Comuni |
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Giovedì 16 Giugno 2016 21:52 |
Un nuovo stralcio della lunghissima comunicazione inviataci da un nostro lettore contro la fusione dei piccoli Comuni. “È proprio da qui che partono le vivaci reazioni di cui abbiamo detto. E non è un caso che in prima fila, fra i principali oppositori della fusione obbligatoria, ci siano le Associazioni delle Città del vino (446 aderenti) e dell'olio (325 aderenti) e la rete delle oltre 200 località che si fregiano della certificazione «Bandiera verde», basata sulla qualità di accoglienza, natura, produzioni tradizionali e accoglienza, rilasciata dal Touring
club italiano. Gli argomenti dell'opposizione vanno ben oltre il banale campanilismo. Si fa notare innanzitutto che le fusioni volontarie, incentivate dalle norme in vigore, hanno riguardato, solo negli ultimi due anni, circa 150 Comuni: in un ambito di condivisione e non di obbligo, dunque, la riduzione del numero dei Comuni è possibile e proficua. E che le denominazioni d'origine di oli e vini (ma anche di tutti gli altri prodotti «territoriali» dell'agricoltura e dell'artigianato) sono prevalentemente legate non solo a nomi di Comuni che potrebbero cessare di essere tali, ma anche, e soprattutto, a un concreto impegno collettivo locale che la fusione all'interno di comunità più ampie inevitabilmente rischia di indebolire in mancanza di solide omogeneità con i vicini cui fondersi”. Ecco quindi altri buoni motivi per cui le città del vino e dell'olio, tra cui Ostra Vetere, sono contrarie alle fusioni dei Comuni.
da montenovonostro |