Dal Mondo: Un tozzo di pane in cambio della servitù |
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Mercoledì 13 Luglio 2016 16:05 |
Quello d’autunno sarà sempre più referendum dei padroni e dei banchieri. Dopo le prese di posizione dei padroni della Confindustria per il SI al referendum costituzionale d’autunno, destinato a “deformare” irreversibilmente la Costituzione democratica e repubblicana con l’eliminazione del diritto di voto ai cittadini nelle elezioni del Senato e nella soppressione delle Province, un altro brutto segnale per la democrazia e la libertà di scelta degli elettori viene dal comunicato dei giorni scorsi del Fondo Monetario Internazionale. Il FMI fu istituito come
parte degli accordi di scambio del 1944 nella conferenza di Bretton Woods. Durante la grande depressione, molti paesi innalzarono rapidamente barriere verso il commercio di prodotti stranieri, nel tentativo di proteggere le proprie economie in difficoltà. Questo comportò la svalutazione delle monete nazionali e un declino del commercio mondiale. Nell'articolo 1 dell'Accordo Istitutivo gli scopi dell'FMI sono così definiti: - promuovere la cooperazione monetaria internazionale; - facilitare l'espansione del commercio internazionale; - promuovere la stabilità e l'ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive; - dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili con adeguate garanzie le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti; - abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri. In particolare l'FMI dovrebbe regolare la convivenza economica e favorire i paesi in via di sviluppo. In realtà è il gestore delle politiche monetarie planetarie, capace di influire nelle economie nazionali. I critici accusano il Fondo Monetario di essere un'istituzione manovrata dai poteri economici e politici del cosiddetto Nord del mondo e di peggiorare le condizioni dei paesi poveri anziché adoperarsi per l'interesse generale. Inoltre il sistema di voto (che chiaramente privilegia i Paesi "occidentali") è considerato da molti iniquo e non democratico. L'FMI è accusato di prendere le sue decisioni in maniera poco trasparente e d'imporle ai governi democraticamente eletti che si trovano così a perdere la sovranità sulle loro politiche economiche. Adesso il tentativo di costruzione di un cordone sanitario attorno a Renzi e alla sua periclitante impresa di restare a Palazzo Chigi dopo il referendum costituzionale prosegue intenso sul fronte internazionale, dopo la campagna mediatica del Financial Times, del Wall Street Journal e dell’Economist. Presentando alla mezzanotte dell'altro ieri i dati sull'economia italiana, con il devastante vaticinio di una recessione ventennale, il Fondo Monetario Internazionale ha espresso il suo voto al referendum costituzionale in autunno: sarà un «Sì» nel rispetto, dice, della sovranità degli italiani a cui «spetta di decidere sul referendum sulla riforma». Ma, in altre parole, e in pratica, se vince il «No» l'FMI potrà fare un report catastrofico sull'economia e indirizzare altrove gli investimenti. E i «mercati» potranno scatenare attacchi speculativi. E’ lo stesso discorso di Confindustria agli italiani: se votate NO sarà recessione, disoccupazione, miseria. Se non è terrorismo internazionale, poco ci manca. E’ comunque un ricatto economico: “se non vi piegate al capitale, vi toglieremo il lavoro”, è la minaccia dei padroni. Un tozzo di pane in cambio della servitù.
da montenovonostro |