Roma: Rimane una autentica “deforma” |
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Venerdì 05 Agosto 2016 16:37 |
Renzi è volato a Rio per l’apertura delle Olimpiadi e a Roma scoppiano i contrasti in casa PD a causa del referendum d’autunno che provocherà la “deforma” della Costituzione democratica e repubblicana finora (o almeno fino all’avvento del “comandotuttoio”, capo del governo, capo del partito e capo di chissà cos’altro, Matteo Renzi) tenacemente difesa,
giustamente, dal popolo della sinistra. Popolo che sembrerebbe in larga parte allineato ai voleri del “capo”. A parte i mugugni di alcuni, un po’ emarginati, finora nessuno aveva ufficialmente preso una posizione contraria. Ma oggi si è consumato lo strappo. Dieci parlamentari PD hanno rotto gli indugi e si sono decisi a dire quello che da molti mesi andava già dicendo “montenovonostro”: NO al referendum d’autunno. Il gruppo dei dissidenti PD ha redatto un documento in sei punti nel quale mette in discussione il ddl Boschi e chiede un confronto nel merito: dal deficit di autorevolezza del Parlamento che ha riscritto la Costituzione, al bicameralismo confuso che esce dalla riforma voluta dal governo Renzi fino al nodo irrisolto dell’elettività dei senatori. Dieci parlamentari del PD hanno firmato il documento in sei punti con cui hanno annunciato che voteranno NO al referendum costituzionale. Si tratta di esponenti della minoranza PD al Senato (Corsini, Dirindin, Manconi, Micheloni, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci) e alla Camera (Bossa, Capodicasa, Monaco). “Chiediamo”, hanno spiegato in una nota, “che il confronto torni ad essere sul merito della riforma, abbandonando pregiudiziali posizioni di partito o di schieramento. Vogliamo dar voce a elettori e quadri PD che non condividono la revisione costituzionale”. E nemmeno noi, pur non essendo del PD, condividiamo “la revisione costituzionale”, come la definiscono felpatamente i dissidenti per non urtare troppo il “comandotuttoio”, mentre per noi fin dall’inizio è e rimane una autentica “deforma”.
da montenovonostro |