Bologna: Un PD recalcitrante a ingoiare il rospo. L’ha ingoiato? Non pare |
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Sabato 20 Agosto 2016 16:02 |
A tirare troppo la corda, si sa, si rischia di spezzarla. Il “comandotuttoio”, capo del governo, capo del partito e capo di chissà cos’altro, Matteo Renzi, l’ha tirata talmente tanto, quella corda, che ormai è bell’e sfilacciata. Affari suoi. Noi non apprezziamo quei supponenti boriosi che entrano in politica con la grazia di un elefante in cristalleria. Così si fa solo danni. E quando i danni sono fatti, sono fatti: i cocci non si aggiustano più. Voleva rottamare tutti e in parte ci è riuscito, ma lascia dietro una scia di reazioni la cui portata è
difficile, ancora, da valutare. La politica è arte difficile. Non è fatta per sfascisti e provocatori, tantomeno per presuntuosi irriverenti e irrispettosi. Chi vuole essere rispettato in politica, prima di tutto deve rispettare gli altri, anche quelli che hanno idee diverse. Anzi, soprattutto quelli. Chi “comanda” e non ascolta le ragioni degli altri, prima o poi è destinato ad accorgersi di quanto danno produce la superbia e l’irruenza. A Roma come a Montenovo. Non è certo prendendo a calci negli stinchi gli avversari, scambiati per nemici da distruggere, che si conquista né il consenso né la pace sociale. Tutti quelli che nel fondo dell’animo coltivano istinti da dittatori fanno così. Ma vanno fermati, prima che commettano altri danni. A Roma come a Montenovo. Di Montenovo parleremo ancora a lungo, ma intanto parliamo di Roma. Due sono le cose che ci differenziano dal PD renziano: lo sfascismo costituzionale e lo sfascismo istituzionale. Sfasciare la Costituzione democratica e repubblicana è un errore tragico. Non siamo d’accordo, non lo eravamo, non lo siamo e non lo saremo. Per questo voteremo NO al prossimo referendum costituzionale d’autunno. Così non siamo d’accordo con lo sfascismo istituzionale del PD che attenta all’autonomia comunale: è un errore tragico. Non siamo d’accordo, non lo eravamo, non lo siamo e non lo saremo. Per questo continueremo a dire NO alla fusione del Comune che ridurrà Montenovo a misera frazione altrui e ci condurrà ad essere “comandati” da un sindaco forestiero imposto dal PD. Sono due dei più grossi problemi politici adesso sul tappeto di questa nostra misera Italia politica. Il PD renziano ha tirato troppo la corda e ora anche in casa PD cresce il numero dei contrari alle “rottamazioni”. Di molti abbiamo già riferito, di molti altri riferiremo nel prossimo futuro. Intanto una nuova voce si erge contro l’irruenza sfascista anticostituzionale. E’ Vasco Errani, ex governatore PD della rossissima Emilia Romagna, che avverte i rischi futuri per il partito ormai frammentato: "Serve un'iniziativa del partito per cambiare la legge elettorale", dice. Ma non è solo questo. Vasco Errani "mediatore", cerniera di un partito diviso e incerottato per le ferite del Referendum, è già in campo. Ieri ha lanciato un appello all'unità. "Io penso che il PD debba avere la capacità di ascoltare anche le ragioni del No, discutere nel merito e avere la forza e il coraggio di affrontare un problema che ci viene posto motivatamente da più parti". Il punto di partenza è uno solo: cambiare la legge elettorale. Si, vallo a dire a Renzi, che l’ha voluta a colpi di fiducia reiterata per costringere un PD recalcitrante a ingoiare il rospo. L’ha ingoiato? Non pare.
da montenovonostro |