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Home Comunità montenovonostro Città del Vaticano: Quando ci vuole ci vuole
Città del Vaticano: Quando ci vuole ci vuole PDF Stampa E-mail
Lunedì 29 Agosto 2016 16:06

Roma Quando ci vuole ci vuoleGiunge a compimento definitivo la non esaltante vicenda detta “Vatileaks”. La sentenza pronunciata il 7 luglio scorso dal Tribunale Vaticano al termine del processo per la fuga delle carte segrete della Santa Sede è diventata esecutiva. Lunedì scorso, 22 agosto, trascorsi i 45 giorni previsti perché la condanna passasse in giudicato, l'imputato spagnolo monsignor Lucio Vallejo Balda, condannato nel processo a 18 mesi di reclusione, è stato arrestato, ed è ora detenuto in Vaticano nella cella della Gendarmeria. Il Tribunale aveva condannato, rispettivamente a 18 e dieci mesi di reclusione, i due presunti "corvi", monsignor Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, entrambi ex componenti della Commissione Cosea sulle finanze vaticane. Per la Chaouqui la pena è stata sospesa per cinque anni. Assolto con formula piena, invece, il loro ex collaboratore Nicola Maio. Prosciolti infine per "difetto di giurisdizione" del Tribunale d'Oltretevere i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori dei bestseller 'Via Crucis' e 'Avarizia'. Monsignor Vallejo Balda, già segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, arrestato il primo novembre dello scorso anno nell’ambito dell’inchiesta e negli ultimi tempi in stato di semilibertà, è stato nuovamente arrestato una settimana fa per la pena residua ancora da scontare. Le motivazioni della sentenza saranno depositate prossimamente. Lo Stato sovrano della Città del Vaticano ha reso giustizia presto e bene. A nessuno è consentito tradire la fiducia ricevuta e provocare grave danno allo Stato, in questo caso la Santa Sede. La giustizia è Giustizia. Se poi nell’anno del Giubileo della Misericordia verrà adottato un provvedimento di clemenza nei confronti dei colpevoli, ciò non farà venire meno il principio secondo cui chi sbaglia paga. Perché se è pur vero che bisogna perdonare settanta volte sette, è anche vero che arrivati a 490 si satura il dovere di misericordia e si invade il campo della Giustizia. Magari fosse altrettanto sollecita ed equa la giustizia degli altri Stati laici. Certamente ci sarà chi vorrà polemizzare e criticare questa conclusione, invocando il dovere del perdono cristiano alle offese. E’ bene allora ricordare che il perdono va concesso a chi, ammettendo le proprie colpe, lo chieda sinceramente pentito, ma questa è misericordia e non giustizia. D’altra parte lo stesso Salvatore brandì la frusta contro i mercanti introdottisi nel tempio per fare mercimonio, ed anche questa era giustizia. E’ un principio che vale sempre e ovunque: quando ci vuole ci vuole.

 

da montenovonostro

 

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