Roma: NO forte e chiaro al referendum dai partigiani comunisti dell’ANPI |
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Venerdì 02 Settembre 2016 16:24 |
Pressati, discriminati, esclusi, reinvitati, ancora marginalizzati, ma non cedono. I partigiani comunisti dell’ANPI, l’Associazione nazionale dei partigiani italiani di ispirazione comunista o quantomeno di sinistra, non ci stanno a tradire lo spirito democratico e repubblicano della Costituzione italiana per la quale hanno lottato fino all’estremo sacrificio della vita. Non cambiano idea. La votazione al congresso nazionale sul documento per il No dell’Associazione nazionale partigiani italiani ANPI si è così conclusa: 347 voti a favore del documento, 3 astenuti, nessun contrario. Il presidente nazionale dell’ANPI, professor Smuraglia, ricorda che c’è stato un voto al
congresso nazionale e c’erano stati tanti congressi provinciali, in cui la linea prevalente è stata nettamente per il No. “Alla minoranza abbiamo garantito ovviamente la libertà di espressione del pensiero, chiedendo solo di non fare atti apertamente contrastanti con la linea prevalente, come affiancare ai banchetti per il No altri per il Sì. Mi permetto di aggiungere – ha detto ancora il presidente Smuraglia - che il voto sul documento è stato anche confermato dal fatto che sono stato rieletto all’unanimità, alla fine del congresso nel maggio scorso, dopo aver sostenuto con forza le ragioni del No al referendum e nonostante avessi proposto io stesso di cedere il posto a qualcuno più giovane”. E ancora: “Avremo un comitato nazionale tra pochi giorni in cui prevedo si discuta di come organizzare al meglio la campagna per il No al referendum costituzionale”. Precisa ancora il presidente Smuraglia: “Rileggiamo il nostro Statuto. All’articolo 2 c’è scritto che l’ANPI difende i valori della Resistenza e dell’antifascismo. E che s’impegna ad attuare e difendere la Costituzione nello spirito in cui la votarono i costituenti. Cos’altro potremmo fare, quando riteniamo che sia in atto uno stravolgimento della Carta?”. “L’Associazione ha tenuto in passato atteggiamenti molto simili, e non sotto la mia presidenza. C’era Arrigo Boldrini – il comandante Bulow, medaglia d’oro al valore militare – presidente dell’ANPI fino al 2006: schierò l’associazione contro la “legge truffa” nel ’53 e nel 1960 quando il governo Tambroni si formò con l’appoggio dei fascisti”. E ha speso anche chiare parole sul merito della riforma: “L’elenco dei difetti è lunghissimo. A partire dal metodo: la riforma è stata approvata comprimendo la discussione, a suon di strappi, sedute notturne, canguri, sostituzione dei membri in Commissione. Il contrario di ciò che suggerisce la Costituzione. La riforma del Senato, non più elettivo, è un pasticcio pericoloso. Sarà composto da sindaci e consiglieri regionali a mezzo servizio, ma il Senato inciderà ancora su materie importanti. La sovranità appartiene al popolo e non sarà più così, perché sarà seriamente intaccata. C’è poi il combinato disposto con la legge elettorale per la Camera, dove 2/3 dei deputati saranno nominati, con una lesione del principio di rappresentanza”. Ci pare che le motivazioni addorre coincidano ampiamente con quanto sostenuto da mesi anche da “montenovonostro”, che trova così maggiore forza dal NO forte e chiaro al referendum dai partigiani comunisti dell’ANPI.
da montenovonostro |