Dall’Italia: La riforma stravolge la Costituzione e ci porta verso un premierato assoluto |
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Sabato 01 Ottobre 2016 16:12 |
Si susseguono a ritmo incalzante le prese di posizione pubbliche sul tema del prossimo referendum del 4 dicembre a favore o contro la “deforma” della Costituzione democratica e repubblicana. Esponenti del governo ci si sono buttati a capofitto per sostenere le ragioni del SI: la Boschi è addirittura volata in sud America per tentare di convincere gli italiani all’estero a sostenere la deforma da lei firmata, sperando di raccogliere qualche scampolo di voti, scatenando una ridda di polemiche per i costi di quel viaggio propagandistico pagato con i soldi dei contribuenti. Ci riprova il “comandotuttoio”, capo del governo, capo del partito e capo di chissà cos’altro, che ormai trottola da una trasmissione televisiva all’altra sperando di convincere i dubbiosi e, sapendo che non c’è più pane per i suoi denti a sinistra, addirittura pietisce consensi dalla destra, lui che dovrebbe essere il segretario nazionale di un partito di sinistra, se ormai lo è più. Ieri, pochi minuti prima del suo intervento all'Obihall di Firenze, diversi membri dello staff del teatro hanno
rimosso alcune file di sedie rimaste vuote, per mascherare le assenze. Con le luci ancora accese sono state diverse le telecamere puntate sull'insolito avvenimento. Altri posti sono però rimasti sconsolatamente vuoti anche durante l'introduzione del sindaco PD di Firenze Dario Nardella. Non è andata meglio nel confronto con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky su La7, con i due che si sono soffermati a lungo sul quorum per l'elezione del capo dello Stato, che secondo l'ex giudice della Corte Costituzionale non dà sufficienti garanzie. Ma la stroncatura più cocente Renzi l’ha ottenuta dal professor Luigi Ferrajoli, docente emerito dell’Università Roma Tre, autore di numerosi saggi tradotti in tutto il mondo e allievo di Norberto Bobbio, che ha bocciato senza sconti la riforma costituzionale voluta da Renzi e firmata dalla Boschi. A cominciare dal quesito referendario che definisce “una truffa, uno spot a favore del sì” e ha spiegato i contenuti più controversi della riforma costituzionale, per la quale andremo a votare al referendum il prossimo 4 ottobre. Senato, governo, legge elettorale, sleale propaganda. Per Ferrajoli si tratta di una "Costituzione della discordia", per il modo in cui la legge è stata imposta e approvata dal Parlamento. "Le costituzioni sono patti di convivenza – ha spiegato – che richiedono il consenso se non della totalità, almeno della larghissima parte del Parlamento". E non è questo il caso, perché a promuovere la riforma è stato non il Parlamento ma il governo e l'approvazione è avvenuta "strozzando il dibattito con “canguri” (cioè saltando a piè pari gli emendamenti proposti dalla minoranza) e addirittura con un “Aventino” (cioè con l’abbandono dell’aula durante le votazioni, come successe all’avvento del regime fascista quasi cent’anni fa) delle opposizioni sulla base di una maggioranza fittizia". Insomma, la sentenza di Ferrajoli è di condanna senza appello: se passasse il sì alla riforma costituzionale si potrebbe attuare "un’involuzione autocratica del nostro sistema politico" e quindi si passerebbe da una "democrazia parlamentare a un premierato assoluto", grazie anche al "combinato disposto" con la legge elettorale meglio nota come Italicum. Tanti motivi che rafforzano la nostra decisione a votare per il NO, perché la riforma stravolge la Costituzione e ci porta verso un premierato assoluto.
da montenovonostro |