Morro d’Alba: Non ci pare segno di sensibilità civile, sociale e democratica |
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Sabato 01 Ottobre 2016 16:21 |
Siamo alle battute conclusive, quasi, di una campagna referendaria che sta infuocandosi contro o a sostegno della fusione per incorporazione del Comune di Morro d’Alba in quello di Senigallia: il pesce grosso mangia sempre quello piccolo. Che interesse possano avere i paesani morresi a farsi venire a comandare da un sindaco forestiero è cosa da chiedere a loro. E lo diranno con il referendum fissato per il prossimo 23 ottobre. L’ha voluto il PD e ha messo in piedi una forma referendaria lontana mille miglia dalla democrazia e
dall’audeterminazione. Avrebbero dovuto essere due referendum distinti: uno a Morro d’Alba e un altro a Senigallia. Invece no: sarà un referendum unico, il cui risultato finale complessivo peserà sul futuro di entrambi i Comuni. Potrebbe succedere, come è già successo altre volte, che il pesce grosso brami ardentemente ingoiare il pesce piccolo e quindi i senigalliesi voterebbero massicciamente per il si, mentre il pesce piccolo morrese, nonostante l’orrida proposta dei suoi stessi amministratori che puntano all’annientamento istituzionale del loro Comune, potrebbe vedere la maggioranza dei suoi paesani votare massicciamente per il NO, come ci sembra giusto e auspicabile. E allora? Che succede? Sommati i tanti Si della città “grossa” (40mila e passa abitanti) a fronte dei tantissimi NO del paese piccolo (che però in tutti non arriverebbero nemmeno a 2mila), cosa farà il PD? Ci verrà a raccontare che vince la maggioranza e fonderà Morro d’Alba, anche se la stragrande maggioranza dei morresi non vogliono? Dal Partito Deformatico, che non ha più ben chiaro il concetto della democrazia e dell’autodeterminazione popolare e mette in piedi simili meccanismi che già in molti definiscono “truffaldini”, c’è da aspettarsi di tutto e anche di peggio. Per questo il Comitato per il NO divulga comunicati allarmati sulle prevedibili conseguenze negative della fusione, soprattutto in materia di sanità, poiché Morro finora è unito all’Asur di Jesi, mentre dovrebbe poi trasmigrare in quella di Senigallia con tutti i disagi conseguenti anche per la sostituzione dei medici di famiglia. Risponde tetragono il PD sciorinando i presunti vantaggi della fusione, magnificando immaginari scenari giubilanti da paese del Bengodi, con più risorse, migliori servizi ai cittadini e nuove opportunità economiche e chi più ne ha più ne metta. Tanto da avventurarsi a dichiarare impudicamente che: “Il nuovo comune, grazie alle eccellenze nel campo della ristorazione, del turismo e dei prodotti enogastronomici di entrambi i territori, diventa una vera e propria capitale del gusto, un vero e proprio punto di riferimento turistico nazionale e internazionale”. Eccome no, magari anche planetario e intergalattico. Vi manca solo lo “Sputnik”, la navicella spaziale dell'epoca sovietica, per lanciarlo sulla luna. Ma scusate tanto, eh, PD? “Più risorse, migliori servizi ai cittadini e nuove opportunità economiche” non potete assicurarle ugualmente a Morro d’Alba senza “fondere” il Comune? E’ andato avanti per novecento anni tanto bene: com’è che adesso non va bene più? Sarebbe facile dire che non va bene più perché da troppo tempo lo state amministrando voi a Morro d’Alba. Ma questa sarebbe polemica di parte. Certo è che da qualche anno in qua, da quando governate voi in Italia, state strangolando i bilanci comunali con tagli continui ai trasferimenti statali e con l’imposizione sempre più rigida di equilibri di bilancio risicati. Non è quindi solo perché “amministrate” male dal basso, ma anche e soprattutto perché “governate” male dall’alto. Così spingete i Comuni alla miseria e all’autoannientamento. Ma non ci pare segno di sensibilità civile, sociale e democratica.
da montenovonostro |