Ci scrive una nostra lettrice per inviarci alcune sue considerazioni, titolando espressamente la lettera “Carabinieri NOSTRI”, per dirci: “Ti scrivo x ringraziarti x gli articoli sul fatto disgraziato accaduto al carabiniere. La giustizia non può chiamarsi tale di fronte a sentenze del genere. Vorrei essere nella testa di quella giuria e di quel giudice per CAPIRE. Ma come siamo messi? I ladri in libertà e chi ci difende nelle "patrie galere" ecco perché si dice così xche devono finirci i nostri "patrioti". I malviventi omettono il soccorso al loro compagno di merende...saranno fuggiti sicuramente con il bottino...due dei Nostri Carabinieri vengono attentati alla vita e non possono neanche legittimamente difendersi anche se a farlo è un loro encomiabile collega. Il caso ha voluto che il proiettile cambiasse traiettoria ora è un CASO che la magistratura spari dritto al cuore di un difensore dell'ordine pubblico. Vuol dire che vogliono il DISORDINE è per questo che la delinquenza aumenta e sempre meno gente sceglie la divisa. Prima facciano restituire la refurtiva...magari al processo  i complici hanno anche sbeffeggiato l'Arma dei Carabinieri. Questa è la nostra Repubblica un braccio armato contro i difensori della Legge? Siamo messi bene molto bene! Una lettrice". Alla quale rispondiamo con il nostro connaturato ottimismo, anche nelle disavventure più nere: "Non disperare, non tutto è perduto. La notizia è solo una notizia. La richiesta di condanna è solo una richiesta, non una sentenza, che arriverà fra alcuni giorni. E speriamo che i giudici non accolgano le richieste del pubblico ministero e sentenzi la piena assoluzione per legittima (più che legisttima) difesa del carabiniere. Lo speriamo vivamente, invocando Giustizia". Certo che se fosse diversamente ci sarebbero da ripensare molte cose, anche nel senso indicato dalla nostra lettrice.

da montenovonostro