Dall’Italia: No alla scissione del PD e No a Renzi |
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Martedì 11 Ottobre 2016 16:15 |
Singolare la battaglia che si nasconde dietro i distinguo al Nazzareno. Litigano sì, e di brutto, ma non rompono. No alla scissione del PD, dicono in coro Bersani e la minoranza del PD: dal PD non usciamo, se lo levino dalla testa, neanche con l’esercito ce ne andremo. Quando si dice lo “zoccolo duro” che non molla, non molla mai. Diverso il discorso di D’Alema, che mena fendenti a quattro mani: voterà NO al referendum di dicembre per fermare Renzi. Almeno è sincero. Più sottile e titubante Bersani:
voterà NO al referendum ma non per cacciare Renzi, dice. No, lo farà per modificare la legge elettorale. Non c’è chi non capisce che questa deviazione in angolo sa tanto di scusa incredibile. Ma tant’è: è come chi dice che votetà Si solo per tagliare le scandalose indennità ai parlamentari e ridurre le spese. Anche questa è una panzana: non è la Costituzione che fissa gli importi delle indennità e per ridurle e risparmiare basterebbe una leggina ordinaria, senza scomodare o peggio “deformare” la Costituzione. Una leggina ordinaria, che nessuno ha fatto finora, che nessuno farà oggi, che nessuno farà domani, indipendentemente dall’esito del referendum. Perché il referendum non c’entra niente con lo scandalo delle indennità, è solo la scusa per convincere qualche allocco, come ne abbiamo sentiti alcuni anche in questi giorni affermare ringhiosi. Li riprenderemo dopo il referendum, indipendentemente dall’esito, per chiedere loro se saranno riusciti davvero con il referendum a ridurre le indennità parlamentari. E gliene diremo quattro, come si meritano. Adesso è inutile. Dirglielo adesso, a loro, non serve a niente. Ma dopo… Intanto voteremo NO, come D’Alema, come Bersani, come un terzo del PD. Quel terzo che dice No alla scissione del PD e No a Renzi.
da montenovonostro |