Dal Mondo: Che c’entra Obama con il nostro referendum? |
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Mercoledì 19 Ottobre 2016 15:39 |
Matteo Renzi è giunto ieri con l’aereo presidenziale e la moglie Agnese Landini alla Casa Bianca. "Good morning, buongiorno, è l'ultima visita e cena di Stato che faccio da presidente – ha detto il presidente Barak Obama - Abbiamo tenuto il meglio per la fine". Un esordio senza risparmio di elogi e cortesie quello del presidente degli Stati Uniti che nel giardino della Casa Bianca ha reso onore al presidente del Consiglio italiano, giunto a Washington
accompagnato, oltre che dalla moglie, da Roberto Benigni e Bebe Vio (che hanno viaggiato sull'aereo presidenziale) la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini e, tra gli altri, Raffaele Cantone, Autorità anticorruzione. Una delegazione ben numerosa, evidentemente. Si è trattato, indubbiamente, anche del più grande spot per il sì al referendum. Il presidente americano ha infatti detto in conferenza stampa: “Il ‘sì’ al referendum aiuterà l’Italia. Le riforme sono quelle giuste. Spero che Matteo resti al timone, faccio il tifo per lui. Secondo me deve restare in politica comunque vada”. Per il quotidiano inglese The Guardian il presidente americano uscente ha steso un “tappeto rosso” all’ospite italiano, elogiandone il profilo riformista in casa e anti-austerity in Europa, appoggiandolo incondizionatamente per la sfida del referendum costituzionale, puntellandone la leadership entrando direttamente nella vicenda italiana quando dichiara che anche dovesse vincere il “No” non dovrebbe uscire di scena. Si, si, è stato proprio un “tappeto rosso” quello steso da Obama, perché tra socialisti ci si intende. Però è stato anche un intollerabile atto di ingerenza nelle cose interne di uno Stato sovrano. Faccia tutte le considerazioni che vuole su Renzi, Obama, sui suoi meriti reali o presunti o solo vantati, ma non coarti la libera espressione di voto del popolo italiano. Non siamo mica una colonia statunitense, che diamine. Non abbiamo alcun bisogno di essere ammaestrati da nessuno su come dovremmo votare al prossimo referendum. Che non è oggetto di negoziazione internazionale: è un fatto interno italiano sul quale solo il popolo italiano è titolato a esprimere giudizi, speranze, orientamenti. Non spetta certo al capo di un altro Stato straniero venirci a dire come e perché dobbiamo votare in un modo anziché in un altro. Si occupi dei fatti elettorali interni agli Stati Uniti, Obama, dove i suoi errori hanno fatto crescere tale reazione negativa da rischiare di condurre alla vittoria, Dio non voglia, uno come Trump. Ecco, si occupi di Trump e lasci stare l’Italia e gli italiani, che sanno già come e per che cosa votare, senza la necessità di farselo dire da uno straniero. Che c’entra Obama con il nostro referendum?
da montenovonostro |