Morro d’Alba: Se potessimo voteremmo NO anche alla fusione di Morro d’Alba con Senigallia |
|
|
|
Giovedì 20 Ottobre 2016 16:52 |
Tempo di referendum. Chi più ne ha, più ne mette. Se ne potrebbe fare a meno, se i politici facessero appieno il loro dovere. Non è così, purtroppo, e alle inerzie o, peggio, agli errori dei politici deve provvedere il popolo mediante il referendum. Per dire NO. Per dire che tutte queste “deforme” sono sbagliate. Per dire che sarà pur vero che “chi cambia e arfà’, gnè manca mai da fà”. Ma non è così che dovrebbero fare i politici. Cambiano solo per cambiare, così, per il solo gusto delle novità. Senza riflettere sulle conseguenze. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, questo modo di fare assomiglia tanto agli esempi che vengono dai “monelli”, che per vedere come è fatto il “giogarello” lo smontano tutto e poi non sanno più come rimetterlo a posto. Così hanno fatto finora i politici. Non ci sarebbe stato bisogno di
sei o sette riforme della sanità, se avessero soppesato bene i pro e contro prima di avventurarsi in tutte quelle modifiche che ci hanno regalato, prima, con la Riforma Ospedaliera, poi con la Riforma Sanitaria, poi con la Riforma delle ULSS, poi con la Riforma delle USL, poi con la Riforma delle ASL, poi con la Riforma delle ASUR, e infine con la Riforma delle Aree Vaste e adesso non sanno più nemmeno come chiamare le riforme, anzi, “deforme” che mettono in cantiere a getto continuo. E’ colpa nostra che non li fermiamo. Basta con tutti questi tentativi fasulli. Ogni volta cambiano quello che hanno già cambiato, e giù a cambiare di nuovo. Ma non costa niente, tutti questi cambiamenti? Guardiamo le Riforme, anzi “deforme” delle leggi elettorali: prima il “Mattarellum”, riformato poi nel “Porcellum” e adesso nell’”Italicum” e domani chissà. E ancora con la Costituzione: adesso vorrebbero riformare anche quella. Ma adesso è troppo. Basta. Votiamo NO alla referendum che potrebbe portarci alla “deforma” della Costituzione democratica e repubblicana. E se potessimo, non essendo migliore degli altri casi suddetti anche la “deforma” istituzionale della fusione per incorporazione dei Comuni, invocando San Michele Arcangelo che sconfigge il diabolico demone rosso nello stemma del Comune con il motto “ut custodiat te”, cioè, affinchè con la spada del voto popolare e la bilancia della giustizia istituzionale, vorremmo che custodisca il Comune contro tutte le aggressioni maligne. Perchè, per non farlo ammainare quello stemma, se potessimo voteremmo NO anche alla fusione di Morro d’Alba con Senigallia.
da montenovonostro |