Dall’Italia: Se non passa la sua “deforma” |
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Sabato 29 Ottobre 2016 15:54 |
Assistiamo preoccupati al crescendo di insolenze che il nostro presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi riserva un giorno sì e l’altro pure a tutti quelli che non la pensano come lui. Pare che ce l’abbia con il mondo intero. Per lui sbaglia la vecchia politica nazionale e pure quella internazionale, sbagliano i nuovi dirigenti dell’Europa, sbagliano i capi di governo degli altri Paesi che non fanno come lui, sbagliano i parlamentari che non gli danno ragione, sbagliano i sindaci che non si allineano e se non
si allineano in fretta li caccia, come Marino a Roma, con il bel risultato sotto gli occhi di tutti. Per lui sbagliano tutti: quelli che non vogliono gli immigrati e quelli che non vogliono le sue “deforme”, quelli che non scattano sull’attenti ai suoi desideri. Ahò! E’ possibile che nessun’altro ne azzecchi una giusta e solo lui pensa di non sbagliare mai? Rimprovera la Merkel, rimprovera Junker, rimprovera D’Alema, rimprovera Bersani, rimprovera Salvini, rimprovera Grillo rimprovera a destra e a manca. Ma che razza di atteggiamento è questo? Un capo di Stato, secondo noi, dovrebbe avere un po’ più di rispetto per il prossimo, anche quando il prossimo sbaglia, se sbaglia. E se invece nemmeno sbaglia… Adesso che l’Ungheria rimprovera lui per la politica sull’immigrazione incontrollata, lui se la prende per un veleno e al capo del governo ungherese Orbàn manda a dire: “Prima di parlare dell'Italia si sciacquino la bocca". Così ha detto Matteo Renzi dal palco della manifestazione di piazza del Popolo a Roma a sostegno del referendum costituzionale, solo perché Orbàn ha definito il presidente del Consiglio «nervoso» a causa del deficit italiano. No, non ci piace questo frasario. Non è da buon politico, non è da capo del governo. Può essere al massimo il linguaggio di qualche bulletto di periferia in giubbotto di pelle nera. E peggio ha fatto nel confronto-dibattito in televisione da Mentana su La 7 con il suo predecessore Ciriaco De Mita, reo di sostenere il NO al referendum costituzionale, e perciò da lui redarguito. “Perchè dopo aver bloccato per 35 anni, volete bloccare il futuro?”, gli ha chiesto polemico il giovane leader. Lontanissimi nell'età, uno con più del doppio degli anni dell'altro, ancor più lontani negli stili politici e sulla riforma istituzionale, quando Renzi allude al cambio di partito di De Mita, l'ex leader della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio dei Ministri durante l’epoca d’oro si inalbera: "Io sono nato e morirò DC mentre tu non so cosa sei". E due mondi diversi emergono nella strategia economica: "Se ora noi dobbiamo fare le formiche, è perchè altri nel passato hanno fatto le cicale", ha detto Renzi ricordando la crescita del debito pubblico degli anni 80. "Quegli anni furono gli ultimi di crescita", ha ribattuto l'ex premier DC che rimarca come per il giovane premier "la storia comincia da dove è arrivato lui e non da prima". Quindi stocca l’affondo sul combinato disposto tra riforma costituzionale e legge elettorale, un connubio che – avverte De Mita - costerà al premier la sconfitta al referendum, ribadendo il suo convinto NO referendario, anche perché il giovane leader "è irrecuperabile, ha una tale consapevolezza che non vede limiti alla sua arroganza". Renzi alza le spalle: "il giudizio lo daranno i cittadini". E sì, con la vecchia Costituzione il giudizio potranno ancora darlo i cittadini, se non passa la sua “deforma”.
da montenovonostro |