Roma: Un pastrocchio tecnico-giuridico come dice il senatore PD Casson |
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Venerdì 18 Novembre 2016 16:04 |
Non siamo solo noi a chiamare “deforma” la modifica della Costituzione che toglierà ai cittadini il diritto al voto del Senato di nominati e della Provincia soppressa. Anche il senatore veneziano del PD, Felice Casson, che di leggi dovrebbe intendersi visto che è stato magistrato, boccia il testo del referendum Renzi-Boschi: "E' un pastrocchio tecnico giuridico e gli enti territoriali hanno molto da perdere".
Secondo Casson, a perderci sono le Regioni a statuto speciale che "rischiano di non avere i propri rappresentanti in Senato", per l'incompatibilità tra l'incarico di consigliere regionale e quello di membro del Parlamento. Sostiene Casson che gli statuti delle Regioni speciali sono approvati con legge costituzionale, cioè con la procedura aggravata, e per essere modificati hanno bisogno che venga instaurata una nuova legge costituzionale. "Però, dice la Costituzione, se l'iniziativa è del governo o del Parlamento è necessario che il disegno di legge venga mandato al Consiglio regionale che entro due mesi deve dare il proprio parere". Se i consiglieri regionali dovessero diventare senatori, questi sarebbero incompatibili a norma di statuto. Una volta arrivati in Senato diventerebbero incompatibili anche in quanto consiglieri, perché anche la norma nazionale prevede l'incompatibilità. Quindi è un buco nero nella riforma, al momento non risolto e non risolvibile con una procedura costituzionale autonoma e aggravata o rafforzata. Alcuni costituzionalisti sosterrebbero che, essendo la riforma Renzi-Boschi successiva agli statuti, questi saranno automaticamente modificati. Ma Casson ribatte che "Dovrebbero andare a leggere le norme incluse in tutti gli statuti, che indicano le procedure per le modifiche. Si tratta di norme costituzionali rafforzate e quindi si deve seguire quella procedura. Se non viene seguita non può essere modificato lo statuto: è la lettera della norma di rango costituzionale che va seguita". C'è però anche chi osserva che fino al 2018 ci sarebbe tempo per modificare gli statuti, però solo se questo Parlamento durasse fino alla scadenza naturale del febbraio 2018, e non è detto, ma soprattutto se si troverà una maggioranza assoluta in Parlamento che dovrà modificare questi statuti secondo le procedure regolari. E neppure questo è detto, che questa maggioranza cioè ci sia. La maggioranza attuale non è stata capace di intervenire su questo tema e si è limitata a rinviare la questione al futuro. Però creando un pasticcio normativo non facilmente superabile, a meno che non si emani una nuova legge costituzionale. All’intervistatore di Tiscali che gli ha domandato come giudica la riforma per la quale si voterà il 4 dicembre, il senatore PD Casson ha affermato: "Io sono assolutamente contrario alla riforma, da sempre e non l'ho mai votata. Ritengo che questo progetto di riforma sia un pastrocchio tecnico-giuridico". Se lo dice uno dello stesso partito di Renzi, c’è da credergli che sia un pastrocchio tecnico-giuridico come dice il senatore PD Casson.
da montenovonostro |