Ostra Vetere: Il sale sulla coda |
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Martedì 22 Novembre 2016 16:45 |
Non stiamo zitti. Di fronte al potere tirannico che incombe non rimaniamo in silenzio. Per questo abbiamo non solo detto, ma anche scritto. Abbiamo inviato alcune lettere al sindaco nei giorni scorsi. Mica poteva pensare di poterla passare liscia. E’ troppo grave quello che è successo: un autentico attentato alla libertà di parola costituzionalmente garantita (almeno fino al prossimo 4 dicembre quando questa maggioranza “sfascista” che governa l’Italia pensa di poter fare carta straccia della Carta Costituzionale, frutto della Resistenza e della lotta di Liberazione). Abbiamo scritto che
vorremmo ancora parlare in piazza della Libertà fino alle prossime elezioni amministrative, per dirgliene quattro, anzi otto, anzi ottanta e pure di più. E poi abbiamo scritto per denunciare l’intollerabile lesione dei nostri diritti costituzionali (almeno fin quando rimarrà la Costituzione democratica e repubblicana, prima che gli “sfascisti” “sfascino” anche quella) a tutela delle libertà individuali e collettive violate. E abbiamo anche scritto perché chiediamo indietro i soldi, troppi soldi che ci è stato intimato di pagare ingiustamente, e che abbiamo comunque pagato, per aver osato parlare di libertà in piazza della Libertà. Hanno seminato sconcerto, i nostri scritti, facendo trattenere il fiato a più d’uno in Comune, come hanno imposto prima a noi? Oh, come ci dispiace. E non solo il fiato hanno trattenuto, come sembrerebbe. Infatti hanno trattenuto anche i necessari adempimenti conseguenti. Ma oggi non hanno potuto trattenere più niente e l’hanno fatta. In rapida successione hanno fatto quanto trattenevano ormai da cinque giorni e hanno restituito tutte e tre le lettere che avevamo inviato fin dai giorni scorsi. Prima di chiudere bottega, poco prima delle due del pomeriggio, ci hanno restituito protocollate le tre lettere. Noi non siamo mai stati tanto piccini da calibrare i tempi con i cronometri. Non stiamo a sottilizzare sui ritardi veri o presunti, piccoli o grandi. Non è forse vero che stiamo attendendo da mesi e anni le risposte che non ci danno dopo aver strombazzato ai quattro venti che non vedevano l’ora di poter dare risposte certe ai cittadini? O ai compaesani, come li chiamiamo noi? Sappiamo bene che il Comune è un porto di mare, con gente che viene e gente che va. E con tutto quel tramestìo può accadere che si perdano i ritmi. Né li faremo mai ricadere sui dipendenti, come è nostra antica abitudine, ben sapendo che non è dei dipendenti la responsabilità di quello che è successo, ma da chi “comanda” e “impone”. E non ci importa proprio se sono state trattenute per giorni le nostre lettere. Secondo noi potevano anche soppesarle ancora, prima di fare altri passi falsi. Comunque oggi sono arrivate, tutte e tre protocollate: sarà che a chi “comanda” sia caduto il sale sulla coda?
da montenovonostro |