Dall’Italia: Abbarbicati lì |
Lunedì 12 Dicembre 2016 16:11 |
Nasce il nuovo(vecchio) governo Gentiloni, o Renziloni-bis, come già qualcuno chiama il governo-fotocopia. Non ci piace. E non tanto perché, a parte il capo, tutto il resto è rimasto esattamente uguale a prima del diluvio-referendum. No, non è per questo. Quanto piuttosto per il fatto che, scaturito da un colpo di bacchetta magica presidenziale nel breve volgere di appena una settimana dalle dimissioni dell’ex “comandotuttoio”, ex capo del governo, forse ex capo del partito e ormai ex capo di chissà cos’altro, Matteo Renzi, questo governo raggela subito ogni speranza di ravvedimento. Avrebbe dovuto capire, il maggior responsabile del disastro elettorale referendario e non solo, quel PD Partito Deformatico che si sta deformando davvero dal di dentro in convulsioni
contrapposte tra neo-liberisti e vetero-collettivisti, mentre dimostra di non aver compreso affatto la lezione che il popolo italiano gli ha rifilato con uno schiaffone secco e senza remissione. E’ stato sfidato, il popolo, ed ora il popolo ha parlato. Ma il PD non ha capito. Perché non capisce mai. Né quando gli si parla pacatamente, né quando lo si strapazza sonoramente. Per capire ha bisogno di ben altre lezioni. Che arriveranno. Certamente. Non possono non arrivare a chi si ostina a non voler capire. Anziché ammettere umilmente la sconfitta e promettere di cambiare strada, non ammette niente, anzi blatera di un successo portentoso per il 40 % (pensate, il 40 %, oh!) che ha ottenuto. E per questo rimane intrepido (o imperterrito) al governo come se avesse vinto (quasi). Addirittura mantiene e premia i co-autori (o co-autrici) di quella “deforma” che nessuno voleva e vuole. E promette di continuare a governare nel segno della più sfrontata continuità. Non si era mai vista prima tanta protervia politica. Sembra ripetere un vecchio salace detto popolare che voleva i comunisti di vecchio stampo affermare incrollabili “quello che è tuo è mio e quello che è mio è mio”. E infatti, nonostante il popolo abbia preso a ceffoni gli intrusi mai eletti, fanno finta di niente e risalgono sfrontati sulle poltrone abbandonate appena un attimo prima: “quello che è tuo è mio e quello che è mio è mio”. E promettono di rimanere così, fino al 2018. Proprio loro che nel 2010 sentenziavano arcigni contro un governo attaccato alla poltrona che, dicevano, teneva in ostaggio l'Italia, solo perché non era il loro governo, come attesta il manifesto che avevano fatto affiggere allora, ma che si può ancora rintracciare sul loro sito internet alla pagina http://archive.partitodemocratico.it/doc/200756/un-governo-attaccato-alla-poltrona.htm, che abbiamo riprodotto a lato, come se non fossero ora loro a tenere in ostaggio l'Italia. E nonostante queste solenni premesse, adesso sono loro a rimanere abbarbicati lì.
da montenovonostro |
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