Roma: E’ giunta l’ora (scossa) di mettere le cose a posto |
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Giovedì 22 Dicembre 2016 16:11 |
Dopo la batosta referendaria, che ha aperto molti fronti di discussione e di ripensamenti tra le forze politiche, adesso parte una nuova proposta: al Senato, quello che la “deforma” appena scongiurata voleva snaturare, una iniziativa legislativa congiunta e trasversale vuole istituire una “Assemblea Costituente” per chiarire la situazione e fare proposte utili a rimediare i tanti e troppo strappi istituzionali. Questa Assemblea Costituente potrà deliberare in materia di revisione costituzionale, ma senza alcuna competenza in materia di legislazione elettorale e dovrà sottoporre, dopo due anni, i testi varati a un referendum popolare confermativo. E’ questo il sunto del disegno di
legge presentato in Senato da Luigi Compagna (Idea) e Paolo Corsini (PD). Hanno già annunciato di apporre la loro firma i senatori di Idea Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi e Andrea Augello, Altero Matteoli di Forza Italia e altri senatori di quasi tutti i gruppi parlamentari di palazzo Madama. L'Assemblea, composta da cento membri eletti a suffragio universale insieme alle nuove Camere con l'espressione di una sola preferenza, siederà nella Città di Viterbo. Ai suoi lavori il governo potrà partecipare solo se la sua presenza sarà richiesta ad hoc e, comunque, senza potersi esprimere sugli emendamenti presentati. Non vogliamo esprimere immediati giudizi, convinti che l’iter sarà lungo e l’esito incerto. Però possiamo rilevare intanto che questa presa di posizione sancisce la conferma che l’ordinamento ha bisogno di essere quantomeno ridiscusso e modificato, ma solo in meglio, non in peggio come voleva fare la “deforma” appena bocciata. E per questo intanto segnaliamo qualche argomento da tenere in considerazione da parte dei “Padri Costituenti”, se mai verranno nominati, sulla scorta dei nostri tre principi ispiratori di Libertà, Autonomia e Giustizia: 1) Libertà e democrazia. Nessun parlamentare o consigliere potrà governare o amministrare senza aver prima ottenuto un mandato popolare elettivo a suffragio universale diretto. 2) Autonomia e cosa pubblica. Tutti i servizi di pubblico interesse devono essere gestiti solo da organi elettivi di primo grado. 3) Giustizia e garanzie. Per l’imparzialità dell’Ordine Giudiziario, nessun Magistrato deve aver svolto alcuna attività politica prima di entrare in Magistratura e ad ogni Magistrato cessato dal servizio è fatto divieto di svolgere alcuna attività politica successiva. Ciò affinchè nessuno possa ritenere la Giustizia di parte o asservita ad alcun partito. Faremo altre proposte in seguito. Per intanto è giunta l’ora (scossa) di mettere le cose a posto.
da montenovonostro |