Roma: L’Italia si colloca nel quadrante sinistro e in basso? |
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Lunedì 16 Gennaio 2017 16:11 |
Pur premettendo di non essere né irascibili antistema né dei testardi conservatori, non possiamo però evitare di esprimere una valutazione sull’attuale impopolarità della politica e dei politici. Sappiamo che governare, o anche amministrare, è difficile e talvolta si deve farlo anche rischiando l’impopolarità. Certo però che l’attuale classe politica ci mette molto del suo per screditarsi agli occhi dell’opinione pubblica. Che cosa è successo negli ultimi trent’anni da aver rovesciato completamente il rapporto che legava il popolo ai suoi rappresentanti? La risposta è certo difficile, ma non può più essere elusa, perché è giunta l’ora di mettere i puntini sulle i, di fare chiarezza, di dire basta a un
andazzo che sta precipitando il Paese e il paese (Italia e Montenovo) in una condizione insopportabile. Occorre una iniziativa seria. Vedremo in successione di definirla. Ma intanto è necessario avere ben chiaro il quadro complessivo della situazione, altrimenti la cosiddetta “antipolitica” prenderà il sopravvento, con rischi incalcolabili per i tre principi cardini in cui crediamo: Libertà, Autonomia, Giustizia. Non siamo noi a voler giudicare i fatti. Ci affidiamo all’esito delle valutazione espressa da un organismo internazionale, il World Economic Forum, che in italiano (come preferiamo) significa Pubblico Confronto Economico Mondiale. E che, riunito con sede a Cologny, vicino a Ginevra in Svizzera, testualmente dice: “In materia di crescita e sviluppo l’Italia è solo 27esima su 30 Paesi avanzati a causa di povertà, disuguaglianza, corruzione, mentre la sfiducia nei politici raggiunge livelli da record”. Pesa sulla valutazione la percezione che i funzionari pubblici siano inclini a favoritismi nei confronti di gruppi e singoli individui. Poi gli alti livelli di povertà e disuguaglianza, non compensati da “un sistema di protezione sociale non particolarmente generoso né molto efficiente“. Rilevante poi una “elevata persistenza intergenerazionale dei differenziali di salario” (i figli dei ricchi continuano in media a poter contare su redditi molto più alti di chi è nato in una famiglia povera), “un alto rapporto debito/pil che pesa sulle future generazioni” e una bassa qualità delle infrastrutture. Per tutti questi motivi l’Italia scivola nella classifica Inclusive growth and development del World Economic Forum, e la Penisola finisce 27esima sui 30 Paesi più avanzati, appena prima di Portogallo, Grecia e Singapore.Negli ultimi cinque anni solo la Spagna ha perso più punti dell’Italia nella graduatoria basata sull‘Indice di sviluppo inclusivo, che riassume le performance (che noi preferiamo chiamare “parametri”) in 15 ambiti: dal mercato del lavoro al sistema pensionistico, dall’accesso a internet alla sanità, dalla struttura dei salari alla produttività, passando per l’accesso al credito e il sistema fiscale. Ad affossare il giudizio sull’Italia, poi, contribuisce non poco il peso della corruzione, visto che le classifiche internazionali piazzano puntualmente l’Italia tra i Paesi più corrotti d’Europa, mettendo in luce come la Penisola si distingua non solo per la notevole propensione al pagamento di “mazzette”, quando c’è in gioco un contratto pubblico, ma anche per l’abitudine ai “pagamenti extra o non documentati in relazione al pagamento delle tasse”. Vedi i recenti casi di giudici tributari pizzicati a intascare soldi per addomesticare le sentenze. Particolarmente preoccupante l’ultimo posto in classifica attribuito all’Italia sul fronte della “fiducia del pubblico negli uomini politici”. Scarsa, infine, anche l’indipendenza del potere giudiziario: la percezione della platea sottoposta al sondaggio del World Economic Forum è negativa anche in questo, tanto da piazzarci al 27esimo posto su trenta. La valutazione è stata infine tradotta in grafico a quadranti dei parametri disposti sulle ascisse e sulle ordinate. Sarà forse un caso che l’Italia si colloca nel quadrante sinistro e in basso?
da montenovonostro |