Roma: L’apertura dell’Anno Giudiziario dà ragione a “montenovonostro” |
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Giovedì 26 Gennaio 2017 16:46 |
Da sempre “montenovonostro” ha dato rilievo ad un argomento importantissimo della vita civile e sociale: la giustizia. Tanto è vero che è il terzo dei pilastri fondamentali della nostra azione politica: Libertà, Autonomia, Giustizia. Libertà, che è il bene civile e sociale primario che nessuna ideologia può conculcare e dalla quale dipendono tutti gli altri. Autonomia, che è il bene civile che abbiamo come montenovesi,
conquistata dal nostro paese di Montenovo quasi un millennio fa e mantenuta inalterata per novecento anni e che nessun partito può rubarci, come vorrebbe fare il PD. Giustizia, che è il bene sociale imprescindibile di ogni società, troppo spesso ridotta a sola giustizia (con la “g” minuscola) dalla cupidigia, dall’arroganza e dalla prepotenza degli uomini. Abbiamo più volte parlate della Giustizia e anche di recente abbiamo dovuto parlarne per difendere il principio e per chiedere che gli operatori di giustizia non contaminino il loro equilibrio al di sopra della parti per metterlo a disposizione di una parte sola. Ecco perché siamo contrari ai magistrati-politici e ai politici-magistrati. Il principio costituzionale della separazione dei poteri deve essere rispettato in ciascuno di essi: il Parlamento è e deve essere l’organo sovrano, depositario della volontà popolare espressa attraverso elezioni libere, il Governo è e deve essere l’organo di gestione delle funzioni pubbliche secondo le leggi approvate dal Parlamento, la Giustizia deve applicare, non “interpretare”, le leggi rimanendo separata dalla politica. I giudici devono essere all’altezza del loro ruolo e non possono né devono essere schierati da una parte o dall’altra. Fin qui quello che abbiamo sempre detto e ripetuto, per evitare conflitti di competenza e scontri di potere di cui soffrirebbe l’intero Paese. Ma non sempre è così, tantomeno negli ultimi tempi. C’è qualcosa che non va nella giustizia (stavolta con la “g” minuscola). E a volte l’abbiamo segnalato, inascoltati. Oggi si è aperto l’Anno Giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione, ma L'ANM, l’Associazione Nazionale Magistrati, ha disertato per la prima volta la cerimonia in segno di protesta contro il governo. Non era mai accaduto prima, segno che aveva ragione “montenovonostro” a segnalare le disfunzioni della giustizia (ancora con la “g” minuscola) che le impedisce di essere pienamente Giustizia (stavolta con la “g” maiuscola). Perché è successo? Per tanti motivi: il Procuratore Generale della Cassazione ha biasimato il fenomeno della fuga di notizie, definito "grave perchè rischia di ledere il principio costituzionale di non colpevolezza". Per questo chiede alle toghe più riserbo, ricordando il richiamo della Corte di Strasburgo ai pm, ai quali è imposta "la massima discrezione anche là dove si sia trattato di sostenere pubblicamente le ragioni e la bontà dell'attività giudiziaria svolta". Servono "meno leggi" e più "fiducia nei magistrati", ha concluso il Procuratore Generale, con ciò smentendo l’assunto addotto dalle “deforme costituzionali” giustificate come necessarie per accelerare la produzione di sempre nuove leggi, sempre più numerose e sempre più contraddittorie, purtroppo. Ma il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo nel corso di una conferenza stampa si scaglia contro il governo spiegando il motivo che ha spinto l’ANM a disertare la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione con il capo dello Stato Sergio Mattarella. “Noi abbiamo cercato una soluzione che riportasse nell’ambito costituzionale quanto era accaduto. Ma quello che è accaduto non può essere accettato perché è un vulnus che non ha precedenti nella storia della Repubblica nell’indipendenza e autonomia della magistratura”. E ancora: “Il governo vuole scegliere i giudici. È un vulnus senza precedenti”. “E’ una questione collegata all’indipendenza della magistratura“, ha detto ancora Davigo. “Non si può governare un Paese con gli slogan – ha aggiunto – Tra il bandire un concorso e l’entrata in servizio del primo magistrato che ha partecipato a quel concorso passano quattro anni”. E’ evidente quindi, che se c’è così tanta disparità di vedute tra la Suprema Corte e l’Associazione dei magistrati fino quasi alla rottura, qualcosa di grossa deve pur esserci sotto. E’ chiaro allora che occorre una nuova disciplina del potere giudiziario. Purchè sia un provvedimento ponderato e ampiamente condiviso in Parlamento, sentiti gli organi della Giustizia, senza imposizioni renziane del Governo. E speriamo che non sia una nuova “deforma”. Visto che l’apertura dell’Anno Giudiziario dà ragione a “montenovonostro”.
da montenovonostro |